Torino. “Non è un semplice guardare, ma un venerare, uno sguardo di preghiera. Anzi ancora di più è un lasciarsi guardare”. Papa Francesco, in un video messaggio,  ha commentato così lo stare davanti alla Sindone. L’occasione è stata l’ostensione straordinaria televisiva,  dal Duomo di Torino,  avvenuta un giorno speciale: sabato santo. Già nel 2010 in preghiera davanti al Sacro Lino, Benedetto XVI, aveva definito la Sindone: icona del sabato santo. Di qui lo spunto maturato in questi anni di offrire una mini ostensione. Le porte della Cattedrale, per l’occasione,  si sono aperte a poco più di 300 persone, tra ammalati e disabili con i loro accompagnatori, e a una trentina di giovani torinesi che stanno vivendo il sinodo diocesano giovanile.  Una funzione sobria, che seppure dettata dai ritmi televisivi,  ha coinvolto tutti. Silenzio e preghiera hanno segnato la funzione. Si percepiva una grande  emozione che ha coinvolto tutti i presenti. Un momento speciale, prima della preghiera davanti alla Sindone è stata quando dopo aver benedetto gli ammalati, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Custode pontificio del Telo,  è andato ad abbracciare i sofferenti in carrozzina. Nel suo messaggio Papa Francesco ha ricordato che “l’uomo della Sindone ci aiuta a contemplare Gesù di Nazareth”  e rivolgendo un messaggio di speranza ha detto che “questa immagine impressa nel Telo, parla al nostro cuore” e che il “volto della Sindone comunica una grande pace, ci invita a non perdere la speranza”. Anche mons. Nosiglia nel suo intervento ha evidenziato che “la Sindone richiama il buio del sepolcro di Cristo, ma lascia anche intravvedere la luce della sua risurrezione, ci mostra le profonde sofferenze causate al Signore dalla sua passione e morte in croce, ma annuncia ad un tempo la vittoria della grazia sul peccato, del perdono sull’odio e la violenza, della speranza sulla disperazione. Il mistero più oscuro della fede che il sabato Santo ci ricorda è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini”. Ha invitato a contemplarla con fede perché si “riceve forza per vincere ogni male e difficoltà che assillano l’esistenza”. Con il pensiero rivolto ai più giovani ha ricordato:“non abbiate paura della Croce di Cristo e di ciò che essa rivela,il mistero della sua sofferenza, da cui nasce la vita per tutti. La Sindone vi dice che amare significa soffrire con la certezza che il Dio della vita vince il male con il bene e trasforma anche il dolore in via di redenzione e di salvezza”. Toccanti le tre testimonianze espresse, dall’anziano sacerdote diocesano don Domenico Allemandi che dalla sua carrozzina ha detto “offro la mia sofferenza”, alla mamma Maria Magnino,  poliomelitica anche lei seduta in carrozzina che ha confessato davanti alla Sindone “ho bisogno di Te per imparare gesti e parole”. Al giovane volontario Rocco Peloso che ha reso “grazie perchè attraverso il servizio di volontario ho sperimentato la bellezza di donarmi agli altri”. La cerimonia è stata trasmessa in differita da Rai Uno in collaborazione con A Sua Immagine,  è stata animata dall’ufficio liturgico di Torino diretto da don Paolo Tomatis, sono intervenuti come lettori anche gli attori Enzo De Caro e Beatrice Fazi. Erano presenti il cardinale Severino Poletto, mons. Guido Fiandino e il vicario generale mons. Valter Danna. Per l’occasione è stata realizzata una applicazione da apple che propone la Sindone ad alta definizione. In America dopo pochi giorni questa app è già ai vertici della classifica di quelle più scaricate. Preghiera, silenzio, contemplazione dunque hanno segnato questa straordinaria ostensione televisiva offerta a tutti come  segno  di speranza. Chiara Genisio