Prosegue la raccolta di opinioni sui rapporti tra vicini di casa in Asti e dintorni: sempre attivi i canali online (Facebook e indirizzo mail viciniallospecchio@gmail.com), partiti i centri d’ascolto e, dalla prossima settimana, attive anche le varie parrocchie.

Nel frattempo, abbiamo rivolto qualche domanda sull’argomento a Carlo Mancuso, sindaco di Castagnole delle Lanze, che si è dimostrato particolarmente attento al tema e ha gentilmente accettato di dedicarci un po’ del suo tempo.

È vero l’usuale detto “in paese ci si conosce tutti”? In linea di massima sì, anche se a oggi, con i grande ricambio di gente e il flusso di stranieri, non è più proprio così. Comunque, per quanto riguarda Castagnole, in generale ci si riesce a conoscere abbastanza bene, soprattutto nelle frazioni, dove ci sono meno case e la gente passa più tempo all’aria aperta e ha quindi occasione di incontrarsi.

Come giudica, dal suo punto di vista, i rapporti tra vicini di casa in Castagnole delle Lanze? Direi che c’è un buon vicinato: i rapporti sono buoni e spesso anche di reciproco aiuto.

Giudica la situazione del “vicinato di paese” diversa da quella di qualche anno fa? Sì, il “vicinato di paese” è cambiato nel tempo, se non altro per l’evoluzione delle realtà industriali: in un paese come Castagnole, tanti vanno a lavorare fuori, rientrano solo a sera e hanno quindi gran parte delle loro conoscenze all’esterno. Il “vicinato di paese”, però, è anche cambiato in positivo in un altro senso: una volta c’erano le grandi famiglie, con numerosi fratelli e parenti a cui appoggiarsi in caso di necessità. Oggi le famiglie sono più scarne e frammentate e, quindi, si chiede e riceve spesso aiuto dall’esterno, in primo luogo da chi vive alla porta accanto.

Secondo lei, il rapporto tra vicini di casa in un paese è molto diverso da quello tra gente che abita uno stesso quartiere o condominio in città? Secondo me sì, completamente diverso. In un paese c’è un’amicizia di vicinato diversa, ci si vede più spesso e si vive di più il lato umano; in città, tante volte, l’inquilino che sta al primo piano di un palazzo non conosce o non ha neanche mai visto quello che abita al quinto, ognuno chiude la porta e se ne sta nel suo appartamento.

Pensa che i rapporti tra vicini possano essere migliori e, se sì, come? Spazio per migliorare ce n’è sicuramente tanto. Una bella iniziativa che qualche paese ha già intrapreso è stata una sorta di “cena del vicinato”: ci si organizza per fare una cena tra vicini in un cortile o in altri spazi che la gente stessa mette a disposizione ed è una bella occasione per far sì che tutti abbiano occasione di conoscersi e stringere amicizia. Prossimamente ho intenzione di organizzare qualcosa del genere anche a Castagnole, in occasione del Natale o nella prossima primavera.

Gli chiediamo infine se voglia lasciarci un pensiero sull’importanza che secondo lui hanno i rapporti tra vicini di casa. Viviamo in un mondo difficile, per cui è bello almeno sapere che, quando si torna a casa, si possa bussare alla porta vicina per scambiare due parole o anche solo bere un bicchiere insieme. Coltivare i rapporti con chi è accanto a noi è bello e utile, anche per conoscere realtà diverse dalla nostra e venire incontro a chi, tante volte non per colpa o volontà sue, è stato costretto a spostarsi e viene da lontano.