GUARDIA DI FINANZAUn sistema di frode fiscale fondato sull’emissione e l’utilizzo di fatture fasulle riconducibile all’intermediazione pubblicitaria per conto terzi. E’ quella scoperta dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Asti che ha segnalato all’autortià giudiziaria un agente commerciale. “L’analisi della copiosa documentazione recuperata a casa del pubblicitario,  oltre a far emergere  la mancata presentazione delle  dichiarazioni dei redditi dal 2006, ha portato alla luce un sistema di false fatturazioni relative a  prestazioni in realtà mai realizzate che ha coinvolto anche gli utilizzatori dei documenti fittizi” spiegano gli inquirenti. Dalla documentazione bancaria esaminata è stato inoltre appurato che le false prestazioni  venivano pagate con assegni o bonifici bancari e che, in corrispondenza dell e operazioni di accredito sui conti correnti, l’agente prelevava la corrispondente somma in contanti per poi restituirla  ai destinatari delle fatture trattenendo parte dell’importo. Le false fatture hanno consentito  agli utilizzatori di evadere l’Iva , per oltre  300.000 euro e di portare indebitamente in deduzione dal reddito oltre  1.600.00 0  euro. L’agente pubblicitario è stato accusato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, mentre agli  84 utilizzatori è stato contestato  il reato di dichiarazione fraudolenta  mediante uso di fatture per operazioni inesistenti previsto dal  medesimo decreto.