In questi giorni, alla Biblioteca Monticone di Canelli, si svolge la terza edizione del  Progetto “Il nonno racconta”, rivolto ai bambini delle classi seconde delle scuole Primarie di  Canelli.  Il progetto, sviluppato dal Consiglio di Biblioteca da un’idea di Loredana Marmo, intende  sviluppare la capacità di ascolto nei bambini.  E’ nei locali della biblioteca che un “nonno” racconta storie e aneddoti della propria infanzia;  successivamente, i bambini elaborano l’ascolto in classe con poesie, disegni e frasi. Ultima fase  del progetto è la premiazione dei lavori svolti.  Per due anni il “nonno” è stato lo scrittore canellese Enzo Aliberti. Quest'anno il ruolo è stato  affidato a Massimo Berruti, alla sua testimonianza fatta di sport e arte, di forza e sensibilità.  Massimo è stato infatti un importante sportivo che tra gli anni ’60 e ‘80 è stato per sei volte  campione d'Italia di palla pugno ed è un artista che ha esposto le sue opere a Berlino, New  York e alla biennale di Venezia.  Quest'anno gli incontri si sono articolati in due mattinate, il 16 e il 19 gennaio. Hanno  partecipato le classi seconde delle Scuole Primarie G.B. Giuliani  e U. Bosca.  Massimo Berruti ha raccontato la sua esperienza di sportivo e di studente all'Istituto d'arte ad  Alba, dove è riuscito anche ad aggiudicarsi 7 borse di studio nonostante i duri allenamenti cui si  sottoponeva per diventare il campione che è stato.  Ha iniziato a giocare a 7 anni, grazie alla passione che gli ha trasmesso il papà e che ha coltivato  con il cuore e con la mente, riuscendo a superare difficoltà a diversi livelli: dal doversi spostare  sempre a piedi anche per 10 km tra un paesino e l'altro, al dolore fisico causato da seri problemi  di salute.  Originario di Rocchetta Palafea, ha vissuto l'infanzia in campagna, giocando e compiendo  marachelle con gli amici, ma imparando anche che se si vuole qualcosa bisogna conquistarselo,  come farsi 8 km all'andata e al ritorno per andare a prendere il treno a Bistagno per frequentare  le medie a Cairo Montenotte, sempre da solo anche quando d'inverno c'erano il gelo e la neve.  Durante gli incontri, Massimo ha dato ai ragazzi una testimonianza preziosa: lo sport è un  allenamento alla vita, in cui s’impara a raggiungere obiettivi, ma è anche determinazione,  coraggio e rispetto degli altri.