cinquinellaTutto esaurito per la prima dello spettacolo “Il Minotauro” della compagnia di teatro danza Experimenta di Asti.  Il progetto ideato e voluto dal coreografo Walter Cinquinella, andrà in scena, sold out, venerdì 28 marzo al Piccolo Teatro Giraudi di Asti, nell’ambito del Festival Asti Danza 2013-2014 e, data la richiesta di pubblico replicherà, sabato 29, nella stessa location. Il Minotauro, mezzo uomo mezzo toro, prigioniero senza colpe con le sue vulnerabilità, la sua umanità intrappolata nella bestia che la società, costretta nelle proprie consuetudini, isola.  Il lavoro non intende raccontare la nota leggenda dell’essere mitologico ma vuole   rivisitarla attraverso gli occhi del Minotauro (Walter Cinquinella) stesso in quanto essere innocente, vittima del suo stesso fato, con l’unica colpa di nascere da Pasifae (Giulia Lazzarini), capace di sedurre il toro bianco (Sergio Danzi) donato da Poseidone al re di creta, Minosse.
Il mito viene riproposto  in chiave moderna, rivelando una morale terribilmente attuale: l’emarginazione del “diverso”. E infatti proprio alle vittime dell’omofobia che il coreografo dedica l’ultima sua fatica.
Tra scenografie minimali, ideate da Mirko Spectra, una ventina tra attori e ballerini  della scuola Danzil’aria e dell’Associazione culturale Arcoscenico insieme agli artisti della Compagnia, si muovono su musiche che spaziano da Bach ad Handel, Purcell, Pergolesi, alternandosi ad antichi brani tradizionali greci come pure a tanghi, suites di  percussioni giapponesi e arie barocche.
“Il mio desiderio – ha spiegato Cinquinell a- è quello di catturare l’attenzione del   pubblico attraverso continui cambi di emozioni, come sulle montagne russe. Nello spettacolo, con tagli netti, imprevedibili ed inaspettati, si alterneranno momenti leggeri, divertenti e anche teneri e romantici, a scene più crude e drammatiche”.
Nel ruolo di “Lui” Giangi Surra.
Il messaggio che si vuole trasmettere è d’altronde molto forte: il Minotauro come vittima, isolato poiché diverso, prigioniero di un labirinto creato da chi lo vuole cancellare dal proprio mondo.
“Una situazione – continua il coreografo – che oggi si ripete sempre più spesso ed in  cui la società assume il ruolo del carnefice (trasformandosi lei stessa in “mostro”)   in quanto incapace di accettare ciò che non corrisponde ai canoni dettati dal   falso “perbenismo”. Con questo spettacolo vorrei trasmettere il concetto che l’accettazione di ciò che è  percepito come differente non rappresenta in automatico un pericolo o un problema. Anzi, può divenire l’unica via possibile verso una società più giusta”. Il costo del biglietto è di 15 euro.