“Un evento di speciale rilievo per la Chiesa locale astigiana». Così il vescovo Francesco Ravinale ha definito lunedì 4 aprile, in conferenza stampa, il Congresso eucaristico diocesano, in programma dal 10 al 17 aprile. Il primo dopo decenni (l’ultimo risale al 1959), a testimonianza del fatto che ormai questi eventi si svolgono raramente in ambito diocesano, ma solo più a livello nazionale e mondiale. Intitolato “Pane del cammino, dono di misericordia, centro di unità”, sarà un momento di riflessione, dibattito, preghiera. E, soprattutto, un invito a tutta la popolazione a rimettere al centro della propria vita l’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana. “In questo periodo di cammino faticoso della Chiesa, dovuto alla complessità dei tempi che stiamo vivendo e alla difficoltà del clero che diminuisce vertiginosamente di numero – ha esordito mons. Ravinale – è importante ricordare che ciò che è essenziale per la proposta di fede, ovvero l’Eucaristia, c’è e non manca”. Il Congresso è stato proposto l’anno scorso dal vescovo e si qualifica in modo del tutto peculiare tra le iniziative del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. “Un congresso vicino alle problematiche della gente”, ha aggiunto Adriana Marchia, responsabile Ufficio comunicazioni sociali della diocesi. Ad organizzare l’evento un apposito comitato, composto da esponenti del clero e del laicato e guidato da don Giuseppe Gallo, parroco di San Secondo. “Il Congresso, che come tale non è legato a dogmi – ha spiegato il sacerdote – è stato collegato al percorso svolto dalla Chiesa diocesana, tracciato dalle Lettere pastorali che il nostro vescovo ha scritto in questi 16 anni di permanenza ad Asti. Nello specifico ogni giornata, a parte quelle di apertura e chiusura, sarà dedicata ad un tema in esse trattato, dalla famiglia all’educazione. Ogni mattina, ad eccezione delle due domeniche, sono comunque in programma nella chiesa di San Secondo le lodi (alle 8), seguite da un’ora e mezza di adorazione eucaristica silenziosa, momento prezioso per imparare e vivere la radicalità evangelica”. Stemas