Sono intervenute le massime autorità religiose, civili e militari ieri a Piovà Massaia, per i festeggiamenti del Venerabile Cardinal Guglielmo Massaja. Una giornata storica per questo piccolo paese del Monferrato, dove il frate cappuccino nacque nel 1809, sotto il nome di Lorenzo Antonio. Sulla collina della frazione Braia, dove è rimasta la sua casa, oggi di proprietà privata e molto diversa da allora, vivono ancora i pronipoti, discendenti del fratello Stefano, Giovanni Luigi e Carlo Massaia, che tramandano il suo cognome, attraverso i figli Michele e Fabrizio, e si adoperano per ricordarne la memoria, insieme con tutti i piovatesi membri dell’associazione “Fra’ Guglielmo Massaia”. L’associazione di volontariato, nata nel 2008 per organizzare i festeggiamenti del Bicentenario della sua nascita, oggi è un riferimento importante per il territorio e organizza eventi culturali, ma non solo. Negli ultimi mesi si è data molto da fare anche per l’organizzazione di questa festa, come ha dichiarato il Sindaco, Antonello Murgia, che ha voluto ringraziare tutti i suoi soci, partendo dalla Presidente, Daniela Bongiovanni. “Il lavoro dell’associazione Fra’ Guglielmo Massaja è stato infaticabile, dalla divulgazione dell’operato del Cardinale, alle opere di restauro volontario della sede stessa dell’associazione: sono stati straordinari e a tutti loro va il mio e il nostro ringraziamento, così come va a tutte le altre associazioni che hanno lavorato per questo evento e ha tutti coloro che ci hanno aiutato, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, oltre che a tutte le autorità presenti e a tutti i piovatesi”. Durante la Santa Messa, presieduta dal Cardinal Angelo Sodano, il Vescovo di Asti, Monsignor Francesco Ravinale, ha letto ai fedeli la lettera di Papa Francesco, indirizzata a lui, ma scritta per tutti i presenti. Una lettera affettuosa, di stima nei confronti del Massaja e di tutta la comunità astigiana, a cui lo stesso Pontefice appartiene. Il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, giunto il 2 dicembre 2016, in seguito alla decisione presa il giorno precedente dal Santo Padre e da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinal Angelo Amato, ha così concluso una causa iniziata nel lontano 1914. Al termine della funzione religiosa, i presenti si sono spostati di fronte alla sede dell’associazione Fra’ Guglielmo Massaja, dinnanzi alla lapide commemorativa del Bicentenario della sua nascita, dove, dopo un breve intervento di Don Claudio Berardi, Parroco di Piovà, il Postulatore Generale dei Cappuccini Padre Carlo Calloni ha dato lettura del Decreto sulle virtù eroiche del Venerabile Guglielmo Massaja. Grande emozione da parte dei presenti, che hanno ringraziato lui, Padre Antonino Rosso e Padre Mario Durando, per il lavoro svolto in questi anni. A seguire è stato presentato il libro “A.D. 1846. Una “autobiografia” di fra’ Guglielmo Massaja da Piovà” a cura di Paolo Lupo, edito dalla astigiana Fondazione Gabriele Accomazzo per il Teatro. “Quando, dieci anni fa, con la mia famiglia ho scoperto Piovà  – ha spiegato Paolo Lupo – ho desiderato conoscere questa straordinaria figura piovatese di Missionario, uomo e scrittore dell’ottocento. Leggendo in parallelo le due grandi opere di Massaja, ovvero il vasto epistolario prodotto durante la permanenza in Etiopia e le Memorie in sei volumi scritte al rientro in Italia, ho pensato di ricostruire una autobiografia tra virgolette del Cardinale. Lasciandomi guidare dalle lettere, ne ho cercata, trovandola, la corrispondenza con le Memorie: dalla fusione delle due fonti è nata una storia in trentacinque capitoli, uno per anno della avventura etiopica di Guglielmo Massaja, che ho legato con la contestualizzazione agli eventi storico politici del XIX secolo del vecchio continente. L’Associazione Frà Guglielmo Massaia ed io abbiamo ritenuto che tutti i piovatesi dovessero conoscere almeno una sintesi della vita di questo grande concittadino: per questo motivo abbiamo ritenuto di donare una copia di questo lavoro ad ogni famiglia di Piovà e di vendere le restanti copie devolvendo l’intero incasso a favore degli scopi statutari dell’Associazione stessa, ovvero la valorizzazione di Piovà Massaia e della sua storia. Se poi, per le copie donate, giungessero, come speriamo, offerte, queste verrebbero devolute interamente a favore della realizzazione di una scuola di giovani musicisti ciechi in Etiopia curata dalla Associazione di volontariato Onlus “Il sogno di Tsige” da tempo operante in quell’ambito geografico. Ci è piaciuta molto l’idea di continuare, in qualche modo, l’opera di Guglielmo Massaja, costruendo un ponte fra la sua terra d’origine e quella parte di Africa, ancora in grande difficoltà, che fu scenario della sua intensa attività”. Molto felice anche Don Claudio Berardi, che fin dal suo arrivo a Piovà, ha sempre illustrato ai suoi fedeli l’esempio di questo loro grandissimo concittadino e che ha spiegato: “Da questo momento la Chiesa lo proclama Venerabile, quindi possiamo ufficialmente indirizzare a lui le nostre preghiere”. A concludere la giornata, un aperitivo italo-etiope a cura della Pro Loco di Piovà e della Comunità Etiope piemontese, con piatti tipici dei due Paesi. A fare da sfondo i quadri sull’Africa dell’artista Piero Tachis e le fotografie sull’Etiopia di Enrica Belluco. “Si è trattato di un evento importantissimo per il nostro Comune e per tutto il Piemonte” – ha spiegato l’Assessore alla Cultura di Piovà, Marinella Ferrero. “Fin da piccola ho sempre sentito parlare del termine della causa di beatificazione come un traguardo sognato da tutti i piovatesi. Mia bisnonna mi mostrava con grande orgoglio le foto del mio bisnonno Sindaco mentre consegnava, nel primo dopoguerra, alcuni documenti al Vaticano proprio per questo fine… Sono passati tanti anni da allora, ma io, i pronipoti del Massaja e tutti i piovatesi, di vecchia e nuova generazione, abbiamo festeggiato anche per chi avrebbe voluto esserci ma la Storia non glielo ha permesso. Oggi abbiamo una nuova figura da poter pregare e speriamo di poterla annoverare presto tra i Santi Sociali piemontesi”.