Si è avviata la raccolta di opinioni sulla situazione dei rapporti con i vicini di casa che costituisce il punto di partenza per elaborare un progetto diocesano di buon vicinato. E’ uno dei punti salienti della carta di intenti che la Diocesi ha presentato lo scorso aprile in occasione del Congresso Eucaristico Diocesano. La raccolta è stata avviata nei centri d’ascolto, nelle parrocchie, attraverso mailing list e la pagina Facebook appositamente creata (“vicini allo specchio”) e sul sito di Gazzetta d’Asti. Prossimamente si attiveranno le raccolte presso movimenti e associazioni e, a seguire, in università, ospedale (intervistando persone in attesa “a tempo zero”), medici di base e farmacie, comitati di quartiere. Ma l’équipe che è formata dai direttori degli uffici attinenti il terzo settore (Michelino Musso per il progetto culturale, Angela Bosio per la pastorale sociale e del lavoro, Beppe Amico direttore Caritas, don Francesco Quagliotto per la fondazione Migrantes e Tiziana Stobbione per la pastorale della salute, coordinati da don Dino Barberis, delegato vescovile al terzo settore) guardano già oltre. Grazie al lavoro di Noemi Gianuzzi sarà possibile prima ancora che abbia termine la raccolta, avere qualche anticipazione online dei risultati. Il convegno del 10 febbraio in occasione della Giornata del Malato, elaborerà qualche pista operativa da sperimentare, valorizzando il contributo di Johnny Dotti , esperto anche in progetti di questo genere. Ma il guardare oltre si riferisce alla carta di intenti. Essa contiene almeno altri tre punti che potranno concretamente essere affrontati nei mesi prossimi. Il primo è l’avvio di rapporti più continuativi e istituzionali tra realtà ecclesiali e civili. L’occasione sarà il giro del vescovo nelle vicarie con l’incontro con le forze del mondo politico, civile e sociale intorno al quale si potrà cucire qualcosa di più appetitoso che non la solita minestra scaldata dei buoni sentimenti e dei buoni propositi. Il secondo è l’impegno che la Caritas diocesana si è data per formare i volontari dei centri di ascolto ad un maggior impiego della visita alle famiglie, al fine di stringere relazioni più profonde ed evitare la struttura burocratica dello “sportello”. Il terzo è il dialogo con altre confessioni cristiane e altre religioni intorno a questioni sociali di comune interesse. I rapporti con chi si occupa in diocesi di ecumenismo e dialogo interreligioso sono già stati avviati e sabato 11 febbraio, sempre in occasione della giornata del malato, si proporrà un incontro di rappresentanti vari intorno al tema della cura e dell’assistenza del malato. Appuntamento con le scatole della raccolta di opinioni “Vicini allo specchio”… D.B.