“Pisa, La Spezia, Teramo, sono solo alcuni dei direttivi Ipasvi che si sono pronunciati sull’art. 49 del codice deontologico dell’infermiere, e da cui è partito un effetto domino a livello italiano che ha coinvolto molti altri collegi infermieristici, tra cui quello astigiano, che pochi giorni fa ha deciso di affrontare il problema. A differenza di molti altri collegi che, però, hanno espresso la volontà di cancellare, revisionare o approvare l’art. 49 senza tastare l’idea comune di tutti gli infermieri, fornendo così solamente la linea prevalente del direttivo, cioè di un numero ristretto di persone, il collegio astigiano ha optato per avvicinare tutti gli iscritti all’argomento, in maniera da arrivare ad una decisione unanime su una vicenda troppo importante e di risonanza nazionale. Ecco così che, con un’assemblea straordinaria aperta a tutti gli iscritti, venerdì 6 maggio il direttivo Ipasvi astigiano ha incontrato una rappresentanza di infermieri che ha voluto essere presente per parlare della spinosa vicenda dell’art. 49 del codice deontologico dell’infermiere. L’incontro, indetto dal collegio Ipasvi Asti, che si è tenuto nella piazza interna dell’ospedale Cardinal Massaia, ha visto la presenza del segretario Ipasvi astigiano, Carmela Di Rende e del vicepresidente Ipasvi Asti, Alberto Campagnolo. Dopo la lettura condivisa dell’art. 49, l’individuazione dei punti salienti e motivo di contestazione per i collegi che già si erano espressi, si è fatta una breve carrellata sulle decisioni prese dagli altri collegi Ipasvi italiani, indicando chi esprimeva la volontà di abrogare l’art.49 e chi invece voleva mantenerlo, oltre alle motivazioni che avevano portato alle diverse scelte. Durante l’intera assemblea, il direttivo Ipasvi di Asti ha deciso di mantenere un’assoluta neutralità sui fatti, in maniera da non influenzare la decisione ed avere un’idea collettiva piuttosto che personale della vicenda, una scelta che è stata molto apprezzata dagli infermieri. Analizzando l’art.49: “L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale”, i maggiori dubbi dei presenti si sono incentrati sul concetto di “Eccezionalmente”, che è stato definito dall’assemblea come non stimabile effettivamente e che spesso in corsia si trasforma più in “Ordinariamente”, portando di fatto ad un demansionamento della figura infermieristica, un ruolo che viene formato professionalmente a livello universitario e di fatto è in grado di predisporre e supervisionare piani di assistenza individualizzati. Nella maggior parte dei casi, invece, secondo i partecipanti all’incontro, l’infermiere è costretto a gestire qualsiasi mansione ritenuta impropria (come l’esecuzione delle cure igieniche di base, il rifacimento dei letti vuoti e all’occorrenza la pulizia e sanificazione di comodini e suppellettili), oltre ai servizi a cui è assegnato, questo anche a causa della grave carenza gestionale organizzativa e di personale del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e privato. Tutto questo perché il Codice Deontologico, e nello specifico l’art.49, approva la figura dell’infermiere che i professionisti presenti hanno definito “tutto fare”. La forte preoccupazione della figura sanitaria professionale nasce anche dai recenti episodi giudiziari, che hanno visto la magistratura italiana considerare il demansionamento della figura e delle funzioni dell’infermiere come un fenomeno non condannabile, proprio in virtù dell’articolo 49. L’assemblea straordinaria è stata anche un’occasione per parlare del progetto avanzato dalla Federazione Nazionale Ipasvi, che invece di fornire risposte dirette alle questioni avanzate dai vari collegi italiani riguardo l’art. 49, ha proposto il rifacimento dell’intero codice deontologico dell’infermiere, tutto questo mentre in rete impazzava lo slogan “Io sto con Ipasvi di Pisa”, primo collegio in Italia a dire NO all’art.49, da cui di fatto è partita la protesta. Gli infermieri presenti all’incontro, infine, hanno votato all’unanimità per la cancellazione o revisione dell’art. 49, e si sono espressi in maniera negativa verso l’idea avanzata dal Collegio Nazionale, che propende per la revisione dell’intero codice deontologico dell’infermiere. Per garantire ulteriormente la pluralità di idee, sarà comunque presto aperta anche la possibilità di esprimersi online sull’argomento. Il pensiero degli infermieri presenti è quindi chiaro è inequivocabile: NO all’art. 49, ma come ribadito dal direttivo astigiano, nonostante ciò, fino a quando non si giungerà ad una decisione definitiva a livello italiano sulla questione, tale articolo va seguito e rispettato, come fino ad ora hanno fatto con pazienza e dedizione gli infermieri”. Ipasvi Asti