Sergio Rubino inaugura Asti Musica“Ogni volta che si fa qualcosa c’è chi si lamenta. Questa è una delle ragioni per cui Alba vincerà sempre su Asti…”. Condividiamo l’amaro sfogo di Massimo Cotto, assessore alla Cultura del Comune, che nell’intervista al quotidiano La Stampa del 23 luglio spiega le ragioni che, dopo 19 anni, mettono a rischio il festival di Asti Musica. Nell’esprimere, senza riserve, solidarietà nei suoi confronti, chiediamo anche all’Amministrazione comunale di fare in modo che la manifestazione non muoia. Fiore all’occhiello della città, Asti Musica non solo è in grado di contribuire a farla crescere culturalmente, ma è l’unico evento a portare ai giovani e meno giovani musica gratuita di alto livello. Circa la lettera scritta da chissà chi (forse sedicenti abitanti di piazza Cattedrale) contro la manifestazione, ha ragione Massimo quando dice “intanto gli autori si firmino (abbiano il coraggio di farsi riconoscere, in quanto non è dignitoso e poco credibile nascondersi dietro l’anonimato, aggiungiamo noi) perché io ci ho sempre messo la faccia”. A questi signori (ammesso che abitino davvero sulla piazza in questione, dato che non sappiamo chi sono) diciamo: “Visto che per tutto l’anno, durante ogni giorno, sulla piazza si sentono rintocchi di campane a morto e si vedono centinaia di carri funebri, possibile che una quindicina di sere a suon di musica non possano essere accettate come un segno di vitalità?”. Siamo d’accordo con l’assessore alla Cultura, quando afferma che da altre parti farebbero carte false per avere un festival come il nostro. Gli chiediamo, quindi, di confermare per settembre “Rosebud. Schegge di un tempo perduto”, tre giorni di incontri tra parole, musica e proiezioni, che dovrà svolgersi in piazza Castigliano  e di salvare Asti Musica (magari in un luogo diverso dalla suggestiva piazza del duomo), che negli anni ha portato grandi artisti da tutto il mondo, mai visti e sentiti prima da noi. Questa è l’opinione di tre cittadini che amano Alba un po’ meno di Asti. Grazie Massimo. Carlo Borgna, Armando Brignolo, Renzo Moretto