Chi ha consentito agli zingari rom di insediarsi ad Asti e di creare il campo di via Guerra che tanti problemi crea alla Città di Asti? Sorpresa! Sono tutti sindaci di centro destra: viene così smentito il luogo comune che accusa la sinistra di eccessivo “buonismo” e smascherata la responsabilità di chi oggi strumentalizza il problema nomadi. La fonte: il documento a firma Ebarnabo (AN). Dalla preparazione del consiglio comunale aperto (chiesto per ironia della sorte da Fratelli d’Italia, partito erede di Alleanza Nazionale) è emersa dagli archivi del comune la relazione scritta e a firmata in data 24 settembre 2009 da Sergio Ebarnabo (Alleanza Nazionale, allora vice del sindaco di centro destra Giorgio Galvagno) indirizzata alla Procura della Repubblica in cui viene minuziosamente documenta la storia degli insediamenti rom ad Asti. I primi insediamenti Rom ad Asti: 1991, sindaco Galvagno. L’accurata relazione redatta dall’allora vicesindaco Ebarnabo spiega che “Le prime presenze sul territorio comunale di un gruppo nomadi di origine slava (Rom) sono di poco posteriori al 1989. Risulta documentata la presenza di famiglie Rom a partire dalla metà del 1991 nell’area di loc. Isolone, lungo il fiume Tanaro”. Il progetto di campo nomadi in via Guerra: 1991, sindaco Galvagno. Negli stessi mesi matura l’infelice decisione di utilizzare una parte dell’area industriale di via Guerra per ospitare gli zingari. Questa volta parlano la delibera della Giunta Comunale (presieduta dal sindaco Galvagno) n. 2925 del 03/10/1991 intitolata: “Progetto per allestimento di un nuovo campo nomadi attrezzato in loc. Pomanzone” e la delibera di Consiglio Comunale (sindaco sempre Galvagno) n. 230 del 20 dicembre 1991 intitolata “Adozione definitiva della variante al PRGC – variante campo nomadi”. Nuovo campo rom a Revignano: 1992: sindaco Galvagno. La relazione Ebarnabo prosegue: “Tali famiglie, verso la fine del 1992, furono trasferite presso un campo di transito ubicato in loc. Revignano nei pressi di quello già occupato dai Sinti. Presumibilmente poco prima, inizio anni ’90, un secondo gruppo di Rom, probabilmente imparentato con il primo, si era già accampato, acquistandolo, in un terreno agricolo privato sempre in loc. Revignano (strada Calunga)”. Il trasferimento dei rom in via Guerra a luglio 1992: sindaco Galvagno. Sempre la relazione Ebarnabo chiarisce poi chi ha portato i rom in via Guerra, generando tutti i problemi attuali. “Ragioni di non semplice convivenza con gli abitanti della frazione di Revignano, residenti nei pressi di quest’ultimo gruppo di famiglie Rom, ne comportavano il trasferimento, a partire dal luglio del 1992, in via Guerra 27 nel campo ove erano già insediati i Sinti. A seguito di tale spostamento il campo veniva diviso in due parti tramite una rete metallica ed un muretto”. La casa di via Guerra ai rom: maggio 1999, sindaco Florio e assessore Quaglia. L’insediamento che più di tutti disturba gli imprenditori della zona è però una casa di proprietà comunale sita sulla destra di via Guerra (per chi proviene da corso Alessandria) abitata da famiglie rom, che molti credono sia stata occupata abusivamente. In realtà la casa è stata assegnata agli zingari con una regolare delibera della Giunta Comunale presieduta dal sindaco Luigi Florio (Forza Italia): è la delibera numero 345 del 24 maggio 2009. Ironia della sorte: la delibera è stata proposta alla Giunta dall’allora assessore ai servizi sociali Angela Quaglia (sempre Forza Italia), oggi sempre in prima linea nell’attaccare l’amministrazione in carica per i problemi provocati dagli stessi zingari. La delibera testualmente stabilisce che “l’immobile di via Guerra 27 sia destinato a famiglie di nomadi, in quanto adiacente al campo loro destinato”.   L’unico “sollievo” arriva nel 20013 dal centro sinistra. Paradossalmente l’unica mossa che ha alleggerito il disagio per gli imprenditori di via Guerra è venuta nel 2003, quando l’amministrazione di centro sinistra ha spostato (come spiegato dalla Relazione Ebarnabo) i Rom dal campo di via Guerra 27 ad un nuovo campo in via Guerra 36. In questo modo l’insediamento che crea maggiori problemi di vicinato è stato allontanato di circa 700 metri dai capannoni degli imprenditori: sempre troppo vicino, ma non proprio sotto le finestre.   Le promesse mai realizzate del centrodestra nel settembre 2009. Che la soluzione attuata dall’amministrazione di centro sinistra nel 2003 fosse un passo in avanti per la vivibilità della zona è dimostrato dal fatto che per rispondere alle esigenze degli imprenditori il centro destra nel 2009 promette di spostare vicino al campo rom realizzato nel 2003 in via guerra 36 anche i sinti rimasti in via Guerra 27. Tutto è documentato nella solita relazione Ebarnabo del 24 settembre 2009, ove si legge: “è stata predisposta una variante parziale al PRG (variante 20) finalizzata alla costruzione di un campo suddiviso in due aree distinte (una destinata all’etnia Sinti, l’altra destinata all’etnia Rom) sempre in località Pomenzone (in prossimità del campo Rom di via Guerra ) con una capacità insediativa teorica complessiva di 360 unità”.La relazione indicava anche tempi certi: “è possibile stimare che i campi possano essere realizzati entro il 2010 e che il trasferimento dei nomadi possa essere programmato per i primi 6 mesi del 2011”. Com’è noto non solo l’amministrazione Galvagno non ha rispettato i tempi, ma non ha proprio mai realizzato l’opera.   Fabrizio Brignolo