“Era il 16 giugno 2014 e il Sindaco, Fabrizio Brignolo, decise di lanciare un piano strategico per la città che sarebbe dovuto essere un organo in grado di mettere i diversi attori in relazione tra loro, valorizzando a pieno tutti gli sforzi e canalizzandoli verso un progetto comune. A fine maggio 2017 la giunta municipale ha approvato ufficialmente il piano strategico del progetto “Asti Vino e Cultura”: tredici milioni di interventi finanziati per l’80% dalla Regione Piemonte e per il restante 20% dal Comune di Asti. Siamo certi che il progetto “Asti Vino e Cultura” sia importante per la città ma riteniamo necessario tornare a lavorare al piano strategico perla città nella sua forma originale. Le domande a cui avrebbe dovuto rispondere o almeno quelle a cui noi vorremmo desse una risposta sono: Come sarà Asti tra 20 anni? Come cambierà la qualità della vita e la società di questa nostra città? Cosa significherà lavorare, intraprendere e abitare ad Asti? Quali saranno le condizioni dell’ambiente urbano e naturale? Cosa fare per avere una città più attraente, accessibile, ospitale e più forte nell’economia e nella cultura? Riteniamo in sostanza che ci vorrebbe una strategia, un pensiero a lungo termine e che i singoli progetti d’intervento dovrebbero essere ispirati da una visione condivisa proiettata nel futuro. Il Piano Strategico dovrebbe servire proprio per tentare di dare una risposta a queste e ad altre domande che riguardano il presente e il futuro della nostra comunità, trasformando le aspettative individuali o di gruppo in visioni comuni e in progetti concreti per vivere meglio il presente e costruire il futuro attraverso il coinvolgimento di tutti. Uno dei punti di forza è proprio il processo partecipativo: insieme per studiare i fenomeni, comprenderli, produrre e condividere analisi, elaborare visioni, decidere le direttrici dello sviluppo e predisporre progetti, intervenire in modo coerente sui luoghi strategici, mettere a punto nuove metodologie programmatiche e trasferirle nel sistema degli enti pubblici. Il Piano Strategico è dunque una sfida per la comunità, un laboratorio in cui costruire il futuro della città vivendo meglio il presente, uno snodo tra le dinamiche locali e i processi di globalizzazione che caratterizzano l’inizio di questo nuovo millennio. Noi siamo convinti che  il piano strategico sia lo strumento per rompere la catena mortifera della “altermanza” di colore delle amministrazioni espressa plasticamente nei tronconi delle ciclabili. Si inizia un percorso per poi abbandonarlo. Lavorare su un piano strategico autenticamente condiviso è  una importante occasione di confronto. Ci si assume delle  responsabilità per l’oggi e per il domani! Per noi e per i nostri figli!” Gianni Bosso e Maria Bagnadentro, candidati per la lista PD – Motta Sindaco