Le liste dei candidati al Consiglio Comunale e le candidature a Sindaco verranno presentate domani e sabato, da un paio di mesi però la città è tappezzata di manifesti elettorali vari che “inquinano” la vista senza badare a spese. Pochi candidati a Sindaco, per scelta etica o per mancanza di risorse, si sono sottratti a questa competizione, cui peraltro hanno preso parte anche i fustigatori del malcostume politico: i 5 stelle. Sarebbe opportuno che la propaganda elettorale fosse consentita solo dopo la presentazione ufficiale delle liste e solo sui tabelloni elettorali e, soprattutto, che venisse fissato un tetto ragionevole di spesa. Non si capisce perché un candidato alla carica di consigliere comunale che, in caso di elezione, percepirà poche centinaia di euro all’anno di gettoni di presenza debba/possa spendere migliaia di euro in gigantografie poste all’ingresso della città o sulle fiancate dei bus cittadini. Si capisce ancora meno il perché la città debba essere ricoperta in ogni dove dalla pubblicità di un ex Sindaco, neanche candidato alla carica di consigliere comunale, che sostiene di creare “solide basi” per la Giunta di quello che sarà secondo lui il prossimo inquilino di piazza San Secondo. Non contento delle migliaia di euro spesi finora in manifesti e affissioni ne ha spesi altre migliaia per far giungere a tutte le famiglie (circa 30.000) un volantone in cui oltre ai candidati della lista, in cui lui non figura, è ripercorsa la sua storia di successi amministrativi, o presunti tali, con le sole omissioni dell’unico, fin qui, “commissariamento” subìto dal Comune di Asti nel 1993, mentre lui era Sindaco, e del patteggiamento per la vicenda della discarica di Valle Manina. Tra tanti successi può capitare di dimenticare qualcosa! A coronamento delle costose stranezze della campagna elettorale del centrodestra c’è la notizia, apparsa sui giornali nei giorni scorsi, della festa della coalizione che sostiene Rasero nel cortile della Way Assauto. L’ultimo utilizzo di quel cortile, con la sparuta presenza dei pochi lavoratori rimasti in produzione, risale alle celebrazioni per il 25 aprile, ma anche l’aria di quello spazio è impregnata del ricordo delle responsabilità di chi, il centrodestra, non ha saputo intervenire nel momento di crisi se non per favorire imprenditori che hanno portato l’azienda al definitivo fallimento o di chi, il centro-centrosinistra di Brignolo, ne ha decretato l’epilogo in tempi più recenti accompagnando l’arrivo dei cinesi con la promessa di “barberodotti” che avrebbero inondato del rosso nettare nostrano il lontano oriente! Sicuramente l’idea che la storica fabbrica astigiana diventi sede delle feste di forza Italia sta tormentando l’eterno riposo di quanti da lì hanno dato vita allo sciopero politico del marzo ‘43 e alle lotte operaie degli anni ’60 e 70. Attenzione, se mentre festeggiate sentite il rumore del motore dei carrelli che avanzano nel cortile potrebbe essere il loro spirito che non ha gradito il disturbo! Giovanni Pensabene