Per chi come me è avido lettore del genere letterario giallo, o noir che dir si voglia, entrare in una libreria significa innanzitutto dirigersi verso gli scaffali o gli espositori dove campeggiano i mitici volumetti blu scuro della Sellerio. Casa editrice che, dopo aver fatto conoscere agli Italiani il Montalbano di Camilleri e l’ispettrice Petra Delicado con il suo vice Garzon di Alicia Gimenez Bartlett, ha portato alla ribalta nuovi talenti letterari come Malvaldi con la sua allegra combriccola di anziani detective del Bar Lume o il Vice Questore, non Commissario per carità, Schiavone di Manzini. Tra questi c’è anche Francesco Recami di cui ho potuto apprezzare alcuni romanzi. L’ultimo che sto leggendo, Commedia Nera n.1, mi ha fatto però trasalire perché ad un certo punto la protagonista si rivolge ai suoi ospiti offrendo loro un bicchiere di “Moscato d’Alba” (sic!). Non basta l’arroganza con cui gli albesi, spalleggiati anche da Comuni e produttori astigiani, impediscono al Comune di Asti di entrare nella zona di produzione dell’Asti, ma che il prodotto enologico italiano più conosciuto al mondo diventi addirittura “Moscato d’Alba” questo no, è davvero troppo! Propongo alla casa editrice Sellerio e all’autore Recami di riparare al torto facendo offrire al protagonista del prossimo romanzo una lauta cena a base di Tartufo Bianco di Asti! Giovanni Pensabene