“Non occorre essere un ingegnere per capire che il Teleriscaldamento consisterà in un impianto di tipo  industriale, il cui  iter procedurale e progettuale costituisce un piano congegnato in modo da eludere le varie disposizioni normative a tutela e protezione di un luogo di ricovero e cura. Non occorre essere un menager per intuire che si tratta di una operazione speculativa spregiudicata che, se collocata in un luogo con diverso trattamento fiscale, avrebbe un rendimento economico molto inferiore, consentirebbe cioè un guadagno normale. Mentre invece Asti sta diventando una zona-franca, terra di conquista alla mercé di  avventurieri e speculatori. Non occorre essere uno storico o un cronista per ricordare come me le vicende travagliate per il nuovo ospedale negli anni ’85-’90. Fui uno dei  fondatori del C.R.O.N. (Comitato per la realizzazione del nuovo ospedale) e la mia parte politica preferiva la località dei Comboniani per la sua costruzione. Nonostante le vivaci rimostranze degli ambientalisti, venne accettata la mediazione del Fontanino per accelerare i tempi e a fronte di ampie garanzie di tutela ambientale. Quelli che allora furono  solo scrupoli oggi diventano pentimento e rimorso. Non occorre essere un avvocato per sapere che, se si rimanda ogni tutela dell’ospedale unicamente al rispetto delle clausole contrattuali, bisogna considerare che c’è una giurisprudenza infinita sulle vertenze legali per inadempienze contrattuali con relativi examotages. Possiamo aspettarci  perciò un lungo,  complicato e costoso contenzioso legale. Non occorre essere un alto Dirigente sanitario ministeriale per temere che il TLR sarà il colpo di grazia inferto al nostro ospedale, il cui destino di essere declassato a succursale di Alessandria è iniziato pochi anni dopo la sua inaugurazione e, a tappe forzate, ha raggiunto il culmine nel 2013 con lo sciagurato Piano Regionale di Riorganizzazione ospedaliera, che pretendeva di sopprimerne un sol colpo ben 12 reparti. Non occorre essere un veggente per prevedere che questo scempio non potrà passare impunito e prima o poi i responsabili ne dovranno rispondere, almeno politicamente, a tutti gli abitanti della Provincia”. Carlo Ventura