“Sta per andare in scena la commedia delle elezioni comunali, che sanciranno il  nuovo inquilino di palazzo civico. Tutti i contendenti stanno ripassando il copione, pronti a calarsi nella parte, per riscuotere il maggior numero di applausi possibili. Stiamo vivendo un periodo storico difficile, dove l’egoismo dei popoli sembra  diventare la nuova religione; affrontiamo i problemi dell’oggi con le logiche di ieri, ci  facciamo affascinare da facili ricette, siamo disposti a rinnegare l’idea d’Europa, per tornare a rifugiarsi nell’età comunale delle infinite lotte tra guelfi e ghibellini. Il 26 marzo 2017 ricorreva il cinquantesimo anniversario dell’enciclica “Populorum  Progressio” di papa Paolo VI, l’anniversario passato sotto silenzio, forse per non  turbare le coscienze di chi non ha recepito, il passaggio più significativo dell’intera  lettera: “I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli  dell’opulenza.” E’ la visione montiniana troppo complessa nella sua semplicità per  essere dipanata o l’incapacità delle classe politica mondiale a renderla sempre  attuale?  Chi dovrà cimentarsi al governo della città, si dovrà confrontare più con problemi globali che locali, che eludono dal suo arbitrio: un sindaco può decidere il numero di  rose da piantumare in un giardino, ma poco può sulla politica dei migranti, sulla crisi  industriale, sulla desertificazione commerciale; certo ha strumenti e deve e può  indirizzarli nell’interesse della sua comunità.  Un in bocca al lupo quindi a chi sta per mettersi in gioco, certamente animato dalle più buone intenzioni, per migliorare la nostra città, e un grazie a chi ci ha provato con il massimo impegno negli ultimi cinque anni”. Alberto Viarengo