Nei primi tre mesi del 2017 il sistema produttivo regionale ha sofferto una nuova contrazione della propria base imprenditoriale. In un trimestre che tradizionalmente consegna un bilancio negativo all’anagrafe delle Camere di commercio, la numerosità complessiva delle aziende che hanno cessato la propria attività è risultata, infatti, ancora una volta superiore a quella delle iniziative imprenditoriali nate sul territorio. Il I trimestre 2017 si è, quindi, chiuso in rosso per il tessuto imprenditoriale piemontese. In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge come, nel periodo gennaio-marzo 2017, siano nate in Piemonte 8.424 imprese, a fronte delle 8.924 iscrizioni registrate nello stesso periodo del 2016. Al netto delle 11.113 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio, a fronte delle 11.041 del I trimestre 2016), il saldo risulta negativo per 2.619 unità. Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2017 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 438.966 unità. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,60%, dato in lieve peggioramento rispetto al I trimestre dello scorso anno (-0,48%) e in linea con quanto registrato nel I trimestre 2015 (-0,62%). L’intensità della contrazione della base imprenditoriale piemontese risulta, ancora una volta, superiore a quella rilevata a livello nazionale (-0,26%).   “I dati non brillanti dei primi tre mesi dell’anno, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono una regione più fragile. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno. Ora più che mai, l’intervento di tutte le istituzioni – in particolare della Regione Piemonte a fianco delle Camere di commercio – deve essere più incisivo. Servono misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita” commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte.   Il dato regionale scaturisce dalle flessioni delle basi imprenditoriali di tutte le realtà provinciali. Verbania (-0,44%) e Novara (-0,48%) registrano le contrazioni di entità minore. Il capoluogo regionale evidenzia un tasso di crescita del -0,54%, seguito da Asti (-0,55%). I restanti territori manifestano dati peggiori della media regionale; in particolare, Cuneo segna un -0,69% e Vercelli registra un tasso del -0,74%. Alessandria (-0,77%) e Biella (-0,80%) scontano le perdite più intense.   L’analisi per forma giuridica evidenzia segnali positivi per le sole società di capitale, che rappresentano il 17,1% delle imprese aventi sede legale in Piemonte e che hanno messo a segno, nel I trimestre del 2017, un tasso di crescita del +0,52%. Appaiono negativi, invece, i saldi anagrafici delle altre classi di natura giuridica: la flessione più intensa riguarda, ancora una volta, le imprese individuali (-0,87%), che costituiscono sempre la parte più rilevante del sistema imprenditoriale regionale.   Nei primi tre mesi dell’anno tutti i settori di attività hanno registrato tassi di variazione dello stock negativi. Gli altri servizi (-0,11%) e il turismo (-0,40%), gli stessi comparti che nel 2016 avevano realizzato le performance migliori, scontano le flessioni di minore intensità. L’industria in senso stretto (-0,62%) segna un tasso in linea con il risultato medio del tessuto produttivo regionale. Il commercio (-0,85%) e le costruzioni (-0,88%) subiscono flessioni più marcate. Il risultato più negativo è, infine, quello dell’agricoltura (-1,51%).