“Le gestioni associate, così come attualmente configurate, non funzionano perché non sono in grado di far fronte alle istanze dei cittadini, ovvero migliorare i servizi erogati, ma soprattutto si sono dimostrate un vincolo di difficile attuazione alle regole attuali. La questione va affrontata in modo deciso, per evitare che il tema delle unioni e delle fusioni da opportunità si trasformi in ostacolo”. A sostenerlo Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri d’Asti e coordinatore regionale dei piccoli comuni e delle unioni di Anci Piemonte, che assieme al collega Michele Pianetta, assessore comunale di Villanova Mondovì, ha rappresentato la delicata situazione del territorio al Forum sulle gestioni associate organizzato a Roma dall’associazione dei Comuni italiani.     Attraverso l’Anci, i Comuni e le Unioni piemontesi tornano a sollecitare modifiche urgenti sull’argomento e chiedono al governo di tenere in considerazione le specificità dei singoli contesti, superando le logiche legate alle densità demografiche e abitative.  “Il Piemonte – ricorda Forno – è la seconda realtà italiana per numero di comuni (1202) e molti di questi hanno piccole dimensioni e caratteristiche uniche. La richiesta dell’ANCI è quella di approvare un collegato ordinamentale alla prossima legge di Stabilità per mettere mano organicamente al tema delle gestioni associate”.  All’incontro di Roma ha partecipato anche il ministro per gli affari regionali Enrico Costa, che si è impegnato a portare velocemente la questione all’attenzione del governo.  “Sul tema occorre una revisione complessiva, istanza che abbiamo ben rappresentato al ministro Costa – prosegue il vicepresidente Forno –il concetto di cooperazione intercomunale va rivisto alla luce della riforma delle province, che rischiano di fatto di scomparire dalla Carta Costituzionale e di lasciare in eredità ai comuni la gestione di alcuni servizi essenziali”.  Di fronte ad una sfida epocale, l’idea dell’ANCI è quella di dar vita a bacini omogenei che siano in grado di aggregare almeno tre funzioni, bacini che dovranno essere individuati dai comuni stessi, all’interno delle assemblee provinciali o metropolitane. La proposta dell’associazione dei comuni non nasce all’improvviso ma è il risultato dell’esperienza vissuta in questi anni sul territorio: numerose le osservazioni e i suggerimenti presentati dal 2010, da quando cioè si è aperto il dibattito sul tema delle gestioni associate.  “L’intercomunalità – conclude Forno – può rappresentare una grande opportunità in termini di gestione dei servizi, ma occorre avviare una riforma concreta sul tema delle aggregazioni delle funzioni, al quale si lavora da anni con risultati deludenti. Abbiamo lanciato un appello a governo e forze parlamentari affinché si uniscano per arrivare ad una riforma chiara, partendo dalle nostre proposte; viceversa l’operato dei sindaci rischia lo stallo. siamo molto soddisfatti dell’attenzione posta dai rappresentanti governativi e parlamentari presenti al Forum: restiamo pertanto fiduciosi che si possa giungere in tempi adeguati ad una revisione efficace, quando per tempi adeguati intendiamo entro l’estate. Sarebbe davvero gravissimo ritrovarci ancora una volta a dicembre con situazioni già vissute negli scorsi anni”.    Sollecitazione raccolta dal ministro per gli Affari regionali Enrico Costa che ha assicurato come non sia intenzione dell’esecutivo “calare riforme dall’alto”, ritenendo invece “fondamentale analizzare l’essenza dei piccoli Comuni al di là del dato contabile. Intorno al piccolo ente cresce una vivacità che se venisse meno indebolirebbe irreparabilmente la rete istituzionale nei territori. Sbagliato – ha aggiunto il Ministro – mettere insieme meccanicamente le esperienze, perseguendo unioni e fusioni senza conoscere le diverse dinamiche territoriali”.