PROVINCIA DI ASTIIl pubblico di dipendenti, rappresentanti sindacali e amministratori pubblici ha dimostrato che l’Astigiano sentiva la necessità di un momento di confronto sul futuro della Provincia. Il dibattito di martedì sera, organizzato dall’area Civati del Partito Democratico nel salone consiliare dell’ente di piazza Alfieri, ha voluto rappresentare una prima risposta a questo bisogno di confrontarsi sul tema. L’intervento introduttivo è stato quello dell’assessore regionale Giorgio Ferrero: «Ci troviamo di fronte a una stretta che da Bruxelles è scesa fino a Torino ma la notizia positiva è che nel bilancio di assestamento della Regione saranno previsti finanziamenti aggiuntivi per le province che ammonteranno a 10 milioni di euro, oltre ai trasferimenti statali. Sarà l’unica voce del bilancio, insieme ai trasporti, a non essere tagliata.» Ferrero ha poi sottolineato la necessità per l’ente provinciale di concentrarsi sulla progettazione europea, destinando fondi e personale in modo da scongiurare il rischio di restituire i finanziamenti a Bruxelles.

 

Sollecitato dal moderatore della serata, il consigliere comunale Pd Clemente Elis Aceto, il commissario straordinario della Provincia Alfredo Nappi ha delineato con lucidità il quadro della situazione in cui versa l’ente. Significativi in particolare i dati relativi ai bilanci degli ultimi anni: dal 2012 al 2014 hanno pareggiato rispettivamente a 90 milioni e 50 milioni circa, con contrazioni soprattutto nei capitoli degli investimenti. Nonostante l’allarme lanciato ad agosto sul rischio manutenzione delle strade, Nappi ha fatto notare come la Provincia paghi i fornitori nei termini di legge e abbia risolto posizioni debitorie pregresse. «Non posso prospettare quale sarà il futuro della Provincia – ha detto in merito a ciò che sarà dell’ente – le funzioni si riempiranno di contenuti solo con gli indirizzi dati dal futuro consiglio e dall’assemblea dei sindaci.»

 

Il sindaco di Quaranti Alessandro Gabutto ha poi invitato Fabrizio Brignolo, candidato alla presidenza della Provincia, a illustrare la strategia da adottare per mantenere i servizi, «che non sono solo un elenco ma dietro hanno personale e risorse». «Oggi nessuno scommetterebbe sul destino dell’ente – ha risposto il sindaco di Asti – ma non possiamo immaginare le province paralizzate, significherebbe la paralisi del Paese intero. Ecco perché auspico che la riforma Delrio assicuri davvero risparmi ed eviti sovrapposizioni di funzioni. Per l’ente si delinea un futuro da ente strumentale ai comuni del territorio, i quali si avvarranno della provincia per risolvere insieme i problemi altrimenti insormontabili come singoli.» Una provincia che nel tempo potrebbe assorbire le funzioni di Ato e Cbra, insomma, e che dovrà ragionare su area vasta: «A livello piemontese, l’unico schema bilanciato è quello che vedrà nord Piemonte e sud Piemonte contrapposti alla città metropolitana di Torino».

«Negli ultimi tre anni la Provincia è stata sistematicamente smontata – il commento di Serena Moriondo, FP Cgil – è ovvio che i cittadini non si sentiranno privati di un ente. Ma la situazione economica non permette programmazione e si mette a rischio la qualità dei servizi erogati.» Sofferta l’assenza della politica all’interno dell’Ente, elemento che secondo la sindacalista garantisce aggregazione e sguardo in prospettiva. Prima della conclusione della serata, da parte di Alessandro Berruti (Inca Cgil) un’analisi critica sul futuro da ente strumentale della provincia: «Davvero dobbiamo arrenderci all’idea che si limiterà a gestire l’ordinario, a mettere in comune il buon senso dei singoli comuni? Non dovrebbe essere anche un organo di indirizzo economico, capace di dettare un’identità del territorio?»