fabrizio brignoloPuò apparire una cosa per addetti ai lavori: in realtà l’approvazione del primo bilancio redatto secondo le nuove regole che impongono rigore e vietano di lasciare debiti ai posteri è un passaggio epocale per la Città di Asti. La scelta è stata fortemente voluta dall’Amministrazione Brignolo, che ha deciso di aderire alla “sperimentazione” proposta dal Ministero, per cui la Città di Asti è stato uno dei pochissimi comuni di medie e grandi dimensioni che ha anticipato di un anno il metodo che (salvo proroghe) dall’anno prossimo diventerà legge per tutti. Il nuovo bilancio è più “vero” perché è un  bilancio “per cassa” e non “per competenza”: in sostanza si possono spendere solo i soldi che ci sono davvero e non quelli “sulla carta”. Inoltre non si possono più scaricare sulle generazioni future (come avvenuto finora) i mancati incassi di multe e bollette, perché i crediti devono essere conteggiati solo per la percentuale che (negli anni precedenti) è stata veramente incassata.  “Grazie anche al rigore dei nostri revisori, i conti della Città di Asti sono i più controllati d’Italia ed escludo che ci sia un’altra Città in cui si accantona già oggi il denaro che si renderà necessario quando, tra qualche anno, si accerterà che non si riusciranno ad incassare i soldi dei cittadini morosi nella tassa rifiuti o in altri debiti verso l’Amministrazione” dichiarano il Sindaco Brignolo e l’Assessore al bilancio Bianchino. “Stiamo coprendo i buchi lasciati dalle precedenti amministrazioni (tredici milioni di euro di tassa rifiuti non incassata tra il 2004 e il 2013) e accantonando quanto necessario a coprire i buchi che potranno crearsi nei prossimi anni: un grosso sacrificio per noi, ma un bel regali per i nostri figli: esattamente il contrario di quanto hanno fatto, soprattutto a livello nazionale, i nostri predecessori che nei decenni passati hanno creato la voragine di debito pubblico che stiamo pagando noi oggi” aggiungono Brignolo e Bianchino. La Città deve quindi tirare molto la cinghia, anche perché il bilancio di parte corrente del 2014, rispetto a quello del 2010, vede 14 milioni e mezzo (un milione e mezzo in più dello scorso anno) di tagli da Stato e Regione (su un totale di circa 70 milioni di euro). In questo contesto si sono ridotte tutte le spese lasciando sostanzialmente invariata solo la spesa sociale, che in questo momento non può essere compressa: la crisi sta creando nuove povertà e tutti si rivolgono per un aiuto alla Città di Asti che sta rispondendo ingegnandosi nei risparmi fatti per non ridurre i servizi (ad esempio molti minorenni che in passato venivano destinati a comunità sono stati affidati a famiglie, con minori costi e una migliore qualità della vita dei ragazzi). Se entro fine anno dovessero liberarsi altre risorse saranno concentrate sul filone sociale Per tentare di fronteggiare la crisi dell’economia si sono mantenute e potenziate le iniziative a sostegno del commercio e dell’artigianato (sconto IMU e fideiussione gratuita per chi affitta a canone calmierato) e l’offerta a condizioni super vantaggiose dei terreni dell’area industriale di Quarto.