“Il Palio è un’emozione”. Afferma Pier Paolo Verri, rettore del comitato di Nizza che ha trionfato domenica al Palio di Asti e che tornerà nel capoluogo sabato in occasione di Arti e Mercanti per la sfilata della vittoria: “Vincerlo, – soggiunge – è un’emozione che lascia senza parole”. Con queste brevi frasi così avare di parole da ben figurare sulle labbra di un antico Spartano, ma non per questo motivo inesaurienti e inesaustive, potrebbe anche concludersi l’intervista lasciando alla fantasia di ognuno, guidata da tali indizi, il compito di completarla immaginando quanti e quali pensieri possano scatenarsi dopo un tale evento nell’animo di ogni amante della corsa settembrina. Una vittoria comunque che non è capitata per caso, sottolinea il rettore che da 14 anni riveste la carica con il desiderio palesemente espresso di emulare l’impresa compiuta dal cugino Bruno la domenica del 21 settembre 1986 quando anch’egli, schierato con i concittadini in campo plaudì per quel primo successo così inebriante al punto da desiderare con ferrea volontà di ripeterne l’esperienza. Ma al Palio non si trionfa per caso, è necessaria una lunga preparazione condotta orchestrando un ben preciso gioco di squadra di cui i pochi minuti bruciati in campo sono soltanto la punta visibile di un metaforico iceberg che nessuno potrebbe ammirare se sotto traccia, in un oceano spesso anonimo ma in perpetuo fermento, non vi fosse tanto di più a sostenerlo alla vista. Per questo motivo Pier Paolo Verri nel momento del trionfo non dimentica quanti hanno collaborato alla brillante riuscita: a cominciare dal fantino Giovanni Atzeni, Tittia, che ormai è considerato alla stregua di un vero e proprio mito per la sua capacità di aver dato perfezione a un sogno inseguito da trent’anni. Ma soprattutto nel momento del trionfo vuole ricordare quanti hanno collaborato anche per la riuscita di tutte quelle manifestazioni collaterali: cene, sfilate e eventi di vario genere, comprese o meno nell’ultima settimana d’estate, che comunque contribuisco a formare quell’atmosfera e generare quell’aspettativa che poi esplode entusiasticamente nel giorno della corsa come uno spettacolo pirotecnico la cui realizzazione qualcuno auspica per meglio evidenziare la soddisfazione generale per la vittoria conseguita. I presupposti per organizzare una festa corale che coinvolgerà tutta Nizza da condividere con quanti lo vogliano certamente ci sono, ma più avanti, quando ognuno ormai pienamente pago della gratificazione ottenuta dalla vittoria in campo, si sentirà di poterla condividere con tutti. Di. Esse. Bi.