La struttura in costruzione in Regione Boidi verrà rimodulata in Presidio Sanitario polifunzionale territoriale della Valle Belbo: la Regione Piemonte ha, infatti, autorizzato l’Asl AT ad attivare il nuovo piano finanziario volto al completamento del Presidio. Il nuovo Presidio sarà una struttura di tipo territoriale volta a garantire un’integrazione tra le attività già esistenti al Santo Spirito quale il Punto di Primo Intervento, che sarà mantenuto, e le attività ambulatoriali, anche di tipo complesso e chirurgiche. Il nuovo Presidio sarà dotato di 30 Posti letto di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (Cavs e di 7 posti letto di Hospice. Le attività sopra descritte sono già attive o in parte attive nell’ex Ospedale S. Spirito trasformato e riconvertito in Presidio Sanitario Territoriale Valle Belbo con il fine di integrare sempre meglio le funzioni ospedaliere, centralizzate all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, con le funzioni territoriali che, nella Valle Belbo assumono un’importanza strategica fondamentale per tutto il territorio astigiano. In questo momento il Presidio Sanitario Territoriale Valle Belbo offre diversi servizi alla popolazione di tutto il territorio: tutte le attività ambulatoriali comprese quelle chirurgiche anche di tipo complesso; sono stati attivati 30 Posti letto di Continuità assistenziale a Valenza Sanitaria (Cavs); un reparto del Presidio è stato ristrutturato in Hospice che mancava al territorio astigiano. L’Hospice svolge attività di cure palliative in forma residenziale. Le cure palliative rappresentano un complesso di interventi integrati multidisciplinari (sociali, sanitari, psicologici). Il nuovo Hospice è dotato di 7 posti letto di cui uno per assistenza diurna; l’attività di Radiodiagnostica; la farmacia territoriale per la distribuzione dei farmaci; la Medicina Fisica e Riabilitativa territoriale e ambulatoriale; la Psichiatria territoriale. La riorganizzazione della sanità nella Valle Belbo è mirata non solo ad estendere i servizi sul territorio ma cerca di superare gli ostacoli che sono ancora presenti nella gestione della cronicità e della fragilità della persona, ritenendo prioritario l’obbiettivo di un maggiore intervento in termini di cure ambulatoriali, di cure domiciliari, andando a sperimentare percorsi di salute che devono uscire dalla stretta competenza sanitaria