Una verifica della situazione esistente e dell’impatto economico e organizzativo sulla sanità piemontese. Poi un piano di attuazione sul territorio, per ogni azienda sanitaria, in modo da arrivare all’attivazione delle prestazioni entro un paio di mesi. Così la Regione intende applicare i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) appena introdotti dal Governo, in modo da garantire un’erogazione dei servizi uniforme su tutto il territorio.   “Siamo di fronte a un grande cambiamento, perché erano 15 anni che i Lea non venivano aggiornati – ha spiegato questa mattina l’assessore alla Sanità Antonio Saitta nel corso della sua comunicazione al Consiglio regionale -. Il nostro obiettivo è garantire i servizi a tutti in modo omogeneo e dunque intendiamo accelerare i tempi di attivazione. Ma potremo agire solo dopo un’attenta analisi della situazione, che ci consenta di procedere anche alle necessarie assunzioni di personale”.   Con l’introduzione dei nuovi Lea viene innovato il nomenclatore, sono inserite nuove prestazioni e sono escluse quelle considerate obsolete. Un provvedimento che richiede un potenziamento delle attività, delle risorse economiche e professionali, per cui si dovrà tenere conto della situazione esistente e delle differenze fra le varie regioni per quanto riguarda le prestazioni già erogate. In questo senso, anche per quantificare il reale fabbisogno economico del Piemonte, è fondamentale procedere con una preventiva ricognizione sul campo.   “Non nascondiamo il fatto che secondo le nostre stime le risorse previste a livello nazionale per le Regioni, 800 milioni di euro, non siano sufficienti – spiega Saitta, che è coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni -. Abbiamo però dato il nostro assenso a partire, per evitare ritardi, a condizione che nella commissione nazionale Lea si faccia una verifica dei costi e si proceda, se necessario, con un aumento delle risorse”.