8mila euro. A tanto ammonta l’aumento di stipendio annuo che percepirà il direttore generale dell’Asl Asti Ida Grossi, la cui busta paga passerà presto da 120.000 a 128.000 euro. Questo grazie a quanto stabilito dall’Assessore regionale alla Sanità del Piemonte Antonio Saitta, che ha deciso di rimpinguare le retribuzioni di tutti i direttori generali delle Asl piemontesi, una scelta che non è per niente piaciuta al Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche. Se Saitta, dal canto suo, ha motivato gli aumenti come una scelta quasi inevitabile per evitare la fuga dei direttori verso altre realtà, Nursind ha fin da subito giudicato l’aumento come ”Offensivo per la dignità ed i sacrifici delle migliaia e migliaia di infermieri che da sette anni aspettano il rinnovo del contratto e che in questo periodo si sono visti erodere pesantemente il potere d’acquisto dei propri salari”. Dure sono anche le parole del Coordinatore regionale Nursind Francesco Coppolella, che definendo come “imbarazzante” la decisione regionale, ha commentato: “Nessuna parola, nessun intervento, quando denunciamo le condizioni degli infermieri e non solo, costretti da anni a lavorare in condizioni precarie, che giornalmente vedono ledere i propri diritti per consentire ai nostri servizi di poter funzionare. Pronti invece a deliberare aumenti significativi quando si tratta di accontentare i manager, gli uomini di fiducia”. Non tutti i direttori generali delle Asl piemontesi hanno ricevuto un aumento di 8.000 euro annui come nel caso di quello astigiano Ida Grossi. I ritocchi salariali decisi da Saitta sono infatti stati differenziati in base alla complessità delle strutture a cui i direttori sono posti a capo, ed in base a parametri oggettivi delle strutture stesse. Si va quindi dagli ottomila euro all’anno in più per i Direttori di terza fascia (la maggior parte, Asti compreso), per passare ai 13 mila euro  in più per i Dirigenti delle ASL TO3, 4, 5 Cuneo 1 e Alessandria, fino ai 26 mila euro in più per la Direzione Generale della Città della Salute di Torino, e la Direzione unificata di ASL TO 1 e 2 (da gennaio). Con la nuova direttiva quindi, le retribuzioni dei dirigenti della sanità piemontese oscilleranno tra i 128mila e i 150mila euro lordi annui. Con l’aumento degli stipendi dei dg, aumentano di conseguenza anche i compensi dei direttori sanitari ed amministrativi, che sono pari all’80% dello stipendio dei direttori generali, ma ciò non è tutto. In caso di raggiungimento degli obiettivi, infatti, sia per i singoli dg che per i direttori sanitari ed amministrativi, ci sarebbe un ulteriore aumento pari al 20% del nuovo incremento salariale. A fronte di tutto ciò, Nursind, per voce del proprio Coordinatore regionale Francesco Copolella, ribadisce come: “Con gli oltre 639mila euro di aumenti annuali in Piemonte, il tutto tenendo conto anche dei rispettivi aumenti dei Ds e Da, si sarebbero potute liquidare le decine e decine di migliaia di ore di straordinario degli infermieri costretti a ricorrere nei tribunali per vederseli riconosciute”. Per tali ragioni, Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, ha deciso di indire una petizione per chiedere il pronto ritiro delle delibera regionale firmata da Saitta, al fine di utilizzare le risorse impegnate per il miglioramento del servizio sanitario regionale grazie a nuove assunzioni, riconoscendo quindi, una volta per tutte, il disagio che i professionisti vivono giornalmente. Si è così scelto di lanciare (in tutte le aziende sanitarie piemontesi) tra professionisti, operatori della sanità e cittadini coinvolti in prima persona dalla scelta della Regione, una petizione che potrà essere firmata online o all’interno di tutte le aziende grazie alla presenza dei delegati Nursind. Nella nota pubblica diffusa, si precisa anche come se la delibera non sarà ritirata ed i fondi non saranno destinati per colmare il disagio degli operatori, Nursind provvederà ad organizzare iniziative pubbliche e presidi di protesta in tutte le maggiori aziende per informare i cittadini. Per quanto riguarda nel dettaglio la situazione astigiana, precisa il segretario territoriale Nursind Gabriele Montana “Da novembre ci saranno finalmente i tanto attesi scatti in avanti in orizzontale (con il riconoscimento dei relativi arretrati a partire dal gennaio 2016) per gli operatori professionali. Visto i tagli alla sanità voluti dalla Regione Piemonte però” – continua Montana –   “Non per tutti i dipendenti sarà così. Per circa 700 persone, infatti, proprio a causa dei tagli regionali, non vi saranno i fondi necessari per provvedere agli scatti in avanti in orizzontale”. Fin da subito però, prosegue Montana, come già avvenuto in passato riguardo a questa spinosa vicenda, Nursind si impegnerà per far sì che dal gennaio 2017 “Anche i circa 700 dipendenti non interessati dallo scatto in avanti del prossimo novembre possano essere messi nelle medesime condizioni dei loro colleghi”.