E’ stato un “merendino al contrario” quello di ieri, giorno di Pasquetta, lunedì 28 marzo, organizzato da Coldiretti a Torino in piazza Palazzo di Città. Dalla campagna sono scesi, nel centro del capoluogo di regione, centinaia di allevatori, per manifestare, insieme ai consumatori, tutti i disagi e la profonda crisi attraversata dal settore lattiero caseario. L’hanno fatto con la consueta signorilità che li contraddistingue, organizzando un’edizione straordinaria dell’Agrimercato di Campagna Amica e dispensando in omaggio latte, yogurt e tomini. Presenti numerosi allevatori dell’Astigiano, guidati dal presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale. “Migliaia di persone – ha detto Cabiale – hanno condiviso le nostre preoccupazioni e la necessità di una maggiore chiarezza di informazione nelle etichette, sulla provenienza del latte e dei suoi derivati, a tutela della salute e a sostegno delle imprese, oltre che del complessivo tessuto economico”. L’iniziativa ha visto l’adesione di Federconsumatori: “Condividiamo le preoccupazioni di Coldiretti – ha detto il presidente regionale Federconsumatori, Giovanni Dei Giudici – per la forte spirale al ribasso registrata dal prezzo del latte alla stalla, mentre per i consumatori il prezzo del latte fresco è aumentato”. “E’ anche una questione di dignità del lavoro – rileva Cabiale – non ci sono più i margini per retribuire lo sforzo lavorativo, i ricavi coprono appena i costi di produzione. E mentre si chiudono le stalle, ci sono oltre 75 mila tonnellate di latte in polvere proveniente dall’estero, pari a circa 8 milioni di quintali di latte, cioè come l’intera produzione piemontese. Il problema principale è che sempre più le industrie utilizzano latte e cagliate provenienti dall’estero, anche per i prodotti tipici della tradizione piemontese”. In Piemonte, con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 sono stati erogati all’agroindustria lattiero-casearia quasi 30 milioni di euro e con quello 2014-2020 sono previsti oltre 90 milioni di risorse comunitarie per l’intero comparto agroindustriale. “Abbiamo quindi chiesto – rimarca Cabiale – all’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, di conoscere in modo dettagliato le importazioni di latte estero per ogni singolo caseificio ed aprire così una stagione di vera trasparenza tra le parti. Non è ammissibile che queste importanti risorse servano per trasformare del latte proveniente dall’estero. E’ necessario avere la certezza che questi aiuti comunitari arrivino all’agroindustria virtuosa che sceglie e valorizza il latte Made in Piemonte”.