Domenico Quirico-22Eleonora e Metella hanno potuto riabbracciare il loro papà soltanto lunedì sera. La prima della famiglia a incontrarlo è stata la moglie Giulietta. Lunedì mattina, insieme al direttore della Stampa Mario Calabresi, Giulietta è volata a Roma per rivedere suo marito, portargli vestiti puliti e tanto amore che ha tenuto dentro per 152 giorni. Signora Giulietta, quale è stata la prima cosa che vi siete detti? Non sono servite parole. Quando l’ho visto ci siamo abbracciati forte e quello ha concluso questo capitolo lunghissimo e ne ha aperto un altro. Da quel momento è iniziato un nuovo corso per noi.  Sono stati mesi difficili per la famiglia Quirico, mesi carichi di angoscia, mesi in cui la speranza si alternava allo sconforto. Ricorda i momenti più difficili? I primi tempi, quando non si sapeva nulla, proprio nulla di quello che poteva essere successo a Domenico. Poi dopo quella telefonata, devo dire che è prevalso l’ottimismo. Il grande silenzio, il vuoto di notizie è stato difficile da affrontare e, devo dire, che ci ha fatto anche temere il peggio, ma siamo riuscite ad allontanare i pensieri più bui. Non nascondo di essermi sentita spesso demoralizzata e scoraggiata, anche sentendo le ultime notizie provenienti dalla Siria. Sa’ com’è….tiri tiri poi dopo un po’ crolli. Ma mi sono dovuta rialzare e ho messo coraggio per amore delle mie figlie e di mio marito che era sempre al centro dei pensieri. Chi vi è stato più vicino? Abbiamo sentilo l’affetto e la vicinanza di tantissime persone. Spesso erano proprio i messaggi e le telefonate di amici e conoscenti a farci trovare la forza di essere fiduciose. Con loro mi sono spesso sfogata e ho trovato tanta comprensione e sincerità. Devo ringraziare anche i funzionari della Farnesina che hanno saputo rassicurarmi e consigliarmi quando lo sconforto e il senso di impotenza arrivavano al culmine. L’intervista completa e altri approfondimenti sul numero della Gazzetat d’Asti in edicola da venrdì 13 settembre 2013. Martina Tartaglino