E’ in libreria da poche settimane il nuovo libro del giornalista e scrittore astigiano Riccardo Santagati. “Ricordi di un delitto” (Ciesse Edizioni,) prosegue la saga ambientata a Castelmorte, immaginario paesino dell’Astigiano, con protagonisti il giornalista detective Adalberto Golia, alter ego dell’autore, e la sua fedele compagna di indagini Agatha Paradiso. Un altro omicidio con tanto di classico mistero, una stanza chiusa dall’interno. Tre romanzi in due anni. Dove continua a trarre ispirazione per la stesura dei suoi libri e nello specifico di “Ricordi di un delitto”? “L’ispirazione la prendo guardandomi attorno, anche immaginando persone che conosco alle prese con misteriosi delitti da risolvere. Molti dei personaggi presenti nei miei libri, tra cui quelli principali, esistono nella realtà, anche se ne ho enfatizzato le caratteristiche, soprattutto quelle più insolite o divertenti. “Ricordi di un delitto” è maturato con la convinzione che nell’Astigiano ci sono parecchie case di riposo e che, in una di queste, sarebbe stato interessante far accadere un duplice omicidio i cui cadaveri fossero ritrovati in una camera chiusa a chiave dall’interno. Un bel problema per chi deve indagare. Per fortuna a Castelmorte c’è un commissario abbastanza capace, anche se privo di fantasia, una dote che reputo necessaria per ogni detective. In suo aiuto arrivano quindi il giornalista Adalberto Golia e la segretaria dell’agenzia di onoranze funebri Cordoglio, Agatha Paradiso, appassionata di misteri”. Castelmorte è un borgo di fantasia, i tuoi personaggi sono stravaganti e hanno nomi bizzarri. Qual è la loro genesi? Ci sono dei riferimenti con la realtà? “Come detto, diverse persone che conosco sono state inserite, alcune anche a loro insaputa, nei miei libri. I nomi sono strani, ma è colpa dei loro genitori se si chiamano così. Scherzi a parte, i personaggi hanno nomi insoliti perché, secondo me, far sorridere il lettore non è meno importante di raccontare una storia condita di mistero, tracce di storia locale, o di quelle atmosfere che gli astigiani possono riconoscere leggendo le pagine dei miei libri. Anche Castelmorte è in parte un insieme di molti paesi del Monferrato: ci sono i resti di un castello, la parrocchia di San Sebastiano, la casa di riposo. Però il mio Castelmorte esiste nella realtà, anche se non vi rilevo quale sia il vero paese da cui trae origine”. L’Astigiano offre suggestioni noir? “Certo che sì. L’Astigiano, le sue leggende, il folklore locale, possono essere fonte di ispirazione per storie ricche di mistero. Io ci ambiento dei gialli, alcuni lo usano come location per altre storie, anche dai contorni soprannaturali. L’importante è raccontare questo bellissimo territorio, unico al mondo”. Domenica, alle 16.30, presenterò il mio romanzo alla biblioteca “Massimo Quaglino” di Refrancore. La presentazione sarà divisa in due parti: nella prima si parla del libro. Nella seconda svelerò i segreti nascosti di Agatha Christie”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 21 ottobre 2016.