impianti“Il Comune di Asti e l’Istituto della Consolata (rappresentante legale il vescovo) hanno siglato la Convenzione che trasforma 6 ettari circa di seminativo in parte in area edificabile e in parte a Servizi “regalati” (sic!) al Comune. A suonare la fanfara dell’affare, oltre al Sindaco, l’assessore all’urbanistica, il presidente della omonima commissione, un rappresentante della curia, il progettista e il neo rappresentante astigiano nella nuova Atc. Come gruppo consiliare del Comune di Asti abbiamo già denunciato la vicenda nel mese di luglio scorso. Nella presentazione dell’affare viene data enfasi al “regalo” di 29 mila metri quadrati al Comune su cui ampliare il parco e l’area sportiva. Peccato che il Comune in questi anni non sia riuscito ad evitare il degrado del parco già esistente per mancanza assoluta di manutenzione. Per quanto riguarda l’area sportiva invece si farà affidamento sull’intervento di privati. Vedremo quanti e quali mecenati si presenteranno! Da parte sua il rappresentante della Curia non nasconde la soddisfazione per “l’opportunità data alla città”. La nuova ed inutile colata di cemento, stante la perdurante esistenza di centinaia di alloggi sfitti e fabbricati pubblici e privati inutilizzati, porterà 40 alloggi di edilizia sociale e 100 alloggi di residenza privata. Tralasciando la pelosità di una solidarietà destinata comunque solo a chi può pagarsi un affitto, calmierato quanto si vuole, resta il vero succo dell’affare, il valore immobiliare dei 100 alloggi “normali”. Secondo quanto intonato dalla stessa “fanfara del mattone” il valore di mercato dei 100 costruendi alloggi è di circa 10 milioni di euro. Nel mese di luglio denunciammo questa operazione come una scandalosa speculazione che, aggiungendo ulteriore cemento in una zona già abbondantemente cementificata, moltiplicava i valori di quei terreni. Infatti, i 6 ettari della Consolata come seminativi valgono intorno ai 200.000 euro, trasformati in “una opportunità per la città” producono alloggi per un valore di mercato 50 volte il loro valore pregresso. Chiedendo scusa per la blasfemìa del paragone: la moltiplicazione dei pani e dei pesci era roba da dilettanti”. Giovanni Pensabene e Massimo Scognamiglio