“Il susseguirsi di lettere relative all’allarme, lanciato dall’Osservatorio della Sanità, sul declino dell’ospedale Cardinal Massaia ha sortito l’effetto sperato. La consigliera regionale Motta replica facendo la storia della sanità piemontese: avrebbe potuto anche andare ancora più indietro nel tempo o, meglio, più in profondità. Non vorrei che la polemica diventasse materia per soli addetti ai lavori e, in definitiva, stucchevole. Mi limito perciò a poche, essenziali osservazioni. Ai cittadini poco interessa di come storicamente sono andate le cose. Ai cittadini, che aspettano anche due anni per intereventi chirurgici di routine interessa sapere perchè le sale operatorie restano sottoutilizzate così come gli astigiani si chiedono quotidianamente perché un ospedale più nuovo, ricco di eccellenze, che avrebbe potuto essere un punto di riferimento (almeno per talune specialità) per tutto il quadrante del sud Piemonte si trova nella paradossale situazione di dipendere sempre di più dall’azienda ospedaliera di Alessandria. I cittadini si chiedono ancora perché i tempi di attesa (anche per esami diagnostici) si allungano sempre di più, tanto da spingere gradualmente chi può a trovare risposte di salute altrove. E noi ci chiediamo perché illustri primari lascino il campo o, se pensionati, non vengano sostituiti depotenziando, nei fatti, il servizio per i cittadini. Un anno fa l’allarme lanciato dai Comitati e dalle Associazioni  (rispetto alla delibera di dimensionamento della rete ospedaliera piemontese) ha consentito una mobilitazione (che ha portato alla raccolta di circa 36.000 firme) dopo la quale la Giunta Regionale ha parzialmente ridotto l’entità dei tagli. Non mi piace ricordare che la consigliera regionale astigiana si era dichiarata allora completamente all’oscuro della delibera che la sua Giunta Regionale aveva adottato. E non vorrei che anche adesso la nostra consigliera non sapesse bene cosa succede in ospedale e cosa succederà sull’ospedale di Nizza. Va bene far quadrare il bilancio, ma è sempre Asti che deve pagare il conto?” Angela Quaglia