“Rivolgiamo i nostri auguri di buon lavoro al nuovo segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Nicolò Ollino. Guidare un partito è impresa difficile per chiunque e ancor di più per un ragazzo di 22 anni, soprattutto in momenti critici come questi.
Adesso un giudizio politico. Si è data un’immagine un po’ caricaturale dell’ultimo Congresso: scontro vecchi-giovani e altre sciocchezze. Ma qui non ci pare vi siano dei rottamatori alla Matteo Renzi né, tanto meno, “caste” da scalzare dal potere. Dirigere Rifondazione è lavoro appassionante ma del tutto volontario, gratuito e faticoso. Almeno questa è stata la nostra esperienza.
Se dissentiamo, in vario modo, dalla linea uscita dal Congresso Provinciale, è perché vi leggiamo un interesse, scarso o nullo, per i contenuti, contrapposto ad un interesse piuttosto alto per organigrammi, alleanze, liste elettorali, possibili incarichi amministrativi e via dicendo. A dimostrazione di ciò, il “programma” della nuova Segreteria, due paginette meramente organizzative, da cui la politica è assente, in cui l’argomento più forte è l’esortazione a “non farla tanto lunga” con la questione morale. Già, la questione morale.
Nominiamola, finalmente, la colpa del passato gruppo dirigente: aver evitato che Rifondazione Comunista diventasse una succursale di qualsivoglia potentato locale, averne salvaguardato autonomia e identità. Avere dialogato alla pari con le altre forze della Sinistra e con l’Associazionismo per la costruzione di un programma politico serio ed alternativo. Avere addirittura preteso che i compagni di viaggio elettorale, Casa del popolo e affini, prendessero le distanze da frequentazioni imbarazzanti e, soprattutto, da un certo modo di intendere la politica. Noi rigettiamo una concezione, tanto cara a certi dirigenti della sinistra astigiana, per cui i panni sporchi si lavano in famiglia. Preferiamo ispirarci al compagno Raphael Rossi, che ha limpidamente denunciato un tentativo di corruzione (vicenda ampiamente raccontata da “Report”).
Siamo stati e saremo scocciatori sulla questione morale così come sulla questione di genere. Lotta al patriarcato, dicono gli atti ufficiali del Congresso e lo stesso Statuto del Partito. Beh, nella “nuova “ Rifondazione di Asti ci sono 2 sole donne su 23 dirigenti! Non servono commenti.
A fronte di una deriva preoccupante, in cui le posizioni critiche e la voglia di approfondimento vengono percepiti con fastidio e irritazione noi, ovunque collocati, proseguiremo il nostro impegno per una politica chiara e pulita, disinteressata e vicina ai bisogni della gente, e lo faremo ogni volta ed in ogni contesto in cui sarà possibile”. ?
Alfredo Benassi, Matteo Bisaccia, Michele Clemente, Massimo Di Antonio, Rina Maria Gonella, Giuliana Muda, Paolo Mulè, Rosario Ragusa, Luisa Rasero, Alessandro Risso, Brunella Testoni e Tiziana Valente