Purtroppo è esplicito che quanto scritto da me qualche tempo fa, si sta puntualmente verificando. Con la  chiusura della prefettura, si è sancita la distruzione della nostra amata provincia, seguendo la tradizione che   vuole gli amministratori in carica pronti a vendere il territorio di cui avevano giurato, al momento delle   elezioni, difesa ad oltranza, amore incondizionato e abnegazione assoluta a favore di ciò. E meno male che   il ns. sindaco è un renziano della prima ora, figuriamoci se era un civatiano; la provincia l’avrebbero chiusa   con i droni !  Questo si riflette su tutto il tessuto sociale, ammantandolo di una opacità e di una tristezza che pervade le   persone, rendendole apatiche e svuotandole della volontà, quasi rassegnate a pensare che non ci si possa   fare nulla, relegandole ad attendiste della inevitabile fine.  Questo grigiore, che si stende anche sulle ultime cose degne come le sagre, il palio e la Douja, quest’ultima   in evidente sofferenza, mi fanno pensare che la carenza maggiore sia di idee e minore sia la problematica   economica. Basta pensare a quale sacrificio monetario è stato chiesto alle pro loco, non rendendosi conto   che proprio esse sono il motore della manifestazione oltre che sempre più solitaria risorsa dei territori di   appartenenza, privandole di una parte significativa di risorse oltremodo necessarie.  Sono contrario alla sfilata di recupero, proprio per il rispetto di quelle persone che volontariamente   rinunciano ad una parte delle ferie per esserci e aiutare, relegando ad assenti le proloco più piccole a favore   di quelle più strutturate. La mia proposta invece è “Sagre Straordinarie” al mese di Maggio, con le stesse   modalità settembrine così da raddoppiare l’evento, sia come esperimento che armonizzazione dei costi,   che per altro, necessitano di una pesante revisione. Tutto il settembre astigiano è da modernizzare,   superando i limiti di cortile di qualcuno, applicando le più moderne tecniche di marketing oggi oltremodo   convenienti. Se la nomenclatura non sarà d’accordo, e le pro loco gradiranno l’esperimento, ci candidiamo   ad organizzare e coadiuvare l’evento, chiedendo al mondo del Palio, altro settore in pericolo di vita, di   essere parte attiva oltre che continuare ad essere parte integrante della città alla quale porta moltissimo,   come visibilità ed economia oltre a straordinario volano sociale e serbatoio di volontariato.  Su un progetto serio, che bypassi questa inesistente politica, sono convinto che le forze produttive si   renderanno disponibili, e se sarà necessario, si occuperanno anche di reperire le risorse necessarie,   evitando agli amministratori perdite di tempo, troppo occupati a capire di chi è la responsabilità di uno   scolo a cielo aperto dove muore la gente o a mettere i cartelli di pericolo in Via Guerra dove i rom   continuano a rubare i tombini lasciando voragini ed a utilizzare le strade come bagni personali.  E’ ora di passare dal generico “si può fare” al più consono “facciamolo”. Forse la fine, non è poi così vicina. Biagio Riccio