“Spettabili parlamentari astigiani, mi permetto di scrivervi queste poche righe.
Mi risulta difficile scrivervi l’angoscia che provo nei confronti di quelle persone che molto immeritatamente rappresento. Il comparto artigiano sta attraversando senza ombra di dubbio il suo momento più nero, e nemmeno i più anziani ricordano un clima di pessimismo così marcato, neppure cercando tra i ricordi legati al periodo tra le due grandi guerre.
Oltre alla stretta creditizia, la fiscalità impazzita, equitalia e tutto ciò che sono anni che cerco di portare in evidenza, oggi si è aggiunta una ulteriore beffa : la modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. A questo punto, non riesco più a localizzare una posizione all’interno del nostro sistema solare ma devo ricorrere alle teorie sugli universi paralleli per quantificare la distanza che intercorre tra noi, comuni mortali e voi, semi dei di altri luoghi a noi incomprensibili. Dopo tutto il tiramolla effettuato dai sindacati, il grande “dibattito politico” effettuato in parlamento, almeno se la montagna avesse partorito il topolino, si poteva parlare non di un grande, ma almeno di un risultato.
Invece prendiamo atto, che per l’ennesima volta, si è scelto di burocratizzare ulteriormente l’accesso al lavoro e di caricare le responsabilità finanziarie degli ammortizzatori sociali sulle spalle delle micro e piccole imprese. Non contenti è entrata in vigore la nuova legge sulla sicurezza, che obbliga il nostro comparto, in assoluto il più virtuoso come dimostra l’incredibile attivo miliardario dell’INAIL, ad una serie di adempimenti formativi obbligatori ovviamente a carico delle imprese, che sanno molto di inciucio politico sindacale. Se aggiungiamo la formazione degli apprendisti, dove si è riusciti ad insegnare “pari opportunità” ad una classe di apprendisti edili, magari extracomunitari mussulmani, che non parlano italiano, oppure “elementi di magazzino” alle acconciatrici, ma anche il nulla più totale al punto che neppure gli apprendisti li vogliono frequentare, mi pare ovvio che gli artigiani vedano questa civile “formazione” con il fumo negli occhi. Se aggiungiamo che gli obblighi formativi dovrebbero essere a carico della regioni in delega alle province, e che quest’ultime
istituzioni abbiano serissimi problemi di bilancio e per tanto sovente non ci sono le coperture economiche, generando confusione ulteriore, penso che abbiamo fatto bingo. Ma perché lo strumento dell’apprendistato artigiano viene sempre più messo all’angolo ? Eppure è stato il miglior incubatore d’impresa del mondo, ha prodotto la spina dorsale del paese, la base delle industrie ed il benessere economico che abbiamo vissuto fino al 2001. Tutti ci riconoscono, dopo tanti anni di manager che avevano fatto del “grande è bello” il loro liet
motive , che possiamo uscire dalla crisi meglio degli altri proprio per la micro imprenditorialità diffusa. Ma allora, perché ci uccidete? Mio nonno mi diceva che ammazzando la gallina oggi, domani non avremmo più avuto l’uovo. E’ possibile che questi ricchissimi e saccenti Soloni moderni, non riescano a fare un’equazione così semplice?
Mi devo invece complimentare con questo governo “tecnico”, perché ha effettuato una manovra di bilancio veramente innovativa, tagliando le pensioni a chi già viveva nel lusso dei sui 550 euri mensili, aumentando l’IVA, le accise, l’IMU, e tutte le tasse possibili ed immaginabili fino alle marche da bollo. Complimenti, davvero tecnici innovativi. Nulla ha colpito il pubblico impiego, gli amici, i parenti ed i partiti, la spesa corrente ed i soliti noti. Ora ci rivolgiamo a voi, perché se il governo è tecnico, il parlamento rimane politico, e per tanto la
responsabilità di trasformare le proposte del governo in leggi è interamente riversata sulle vostre spalle. Oltre a quanto scritto, mi permetto di ricordarvi l’annosa questione INPS – Alluvionati Astigiani, per i contributi indebitamente incassati e che il loro recupero abbiamo dovuto ingaggiare una lotta legale senza quartiere che tuttora continua e si inasprisce. Almeno nei confronti del dott. Mastrapasqua, altro “Imperatore” addirittura superiore al tanto mediatico “Befera”, trovate una soluzione politica per farlo tacere e sistemare questa
diatriba che ormai è una vera vergogna. Per tanto, vi riteniamo responsabili della condizione disastrosa della nostra economia e vi preghiamo gentilmente di uscire dal disarmo nel quale siete caduti, dando segni di vita e di attenzione al vostro territorio, che così tanto vi ha dato. Non tanto cordialmente”.
Biagio Riccio, presidente Associazione Artigiani Asti Confartigianato