“L’ultimo atto del Ministro Profumo, che ancora una volta non ha sminuito la sua lontananza dalla gente e dalla realtà che giornalmente gli studenti vivono, è stato il Decreto ministeriale sui nuovi criteri dei test per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso. Infatti oltre alla riduzione del numero di domande di cultura generale e allo spostamento del test a luglio (e nel 2014 ad aprile) si è decisi di far pesare il voto di maturità nel test d’ingresso:  chi consegue un voto superiore all’80 può ricevere un bonus fino a 10 punti nel test universitario. Il criterio sarebbe quello di riconoscere i voti conseguiti in 5 anni e non basarsi solamente su un semplice test. Tutto bene quindi? Per nulla! Questo tipo di criterio andrebbe bene in un Paese privo di differenze regionali nel rapporto insegnamento/preparazione  e nel conseguimento dei voti di maturità, ma si sa che in Italia ciò non accade: per quanto riguarda il rapporto insegnamento/preparazione i dati Ocse rilevano una discrepanza enorme tra gli studenti delle regioni settentrionali e quelli delle regioni meridionali, i test invalsi ribadiscono semplicemente che al Sud il livello di insegnamento è pessimo (ad esempio il caso di Crotone, prima nei risultati della maturità e ultima nei test invalsi!!!) e nell’assegnazione dei voti di maturità raggiungere il massimo dei voti è molto più semplice dato che i 100 e i 100 e lode conseguiti in meridione sono il doppio che al Nord. Quindi con una parte d’Italia “regala voti” e che offre una qualità d’insegnamento molto più bassa della media nazionale è impensabile mettere sullo stesso piano tutti i voti di maturità e far finta che le discrepanze territoriali non esistano: questo nuovo è fortemente discriminatorio nei confronti degli studenti del Nord che escono dalle scuole superiori con una preparazione molto alta ma che conseguono voti più bassi rispetto a quelli assegnati in meridione. Il  decreto ribadisce ancora una volta quanto i Ministri del Governo Monti (fortunatamente ormai ex Ministri) facessero i decreti “a tavolino” senza pensare a cosa avrebbero comportato”.  Marco Bona Coordinatore Provinciale del Movimento Giovani Padani di Asti