“Questa mattina l’assessore Monferino ci ha tratteggiato un quadro più che fosco della Regione Piemonte. Sarebbero da aggiungere, infatti, oltre a 1,8 miliardi di euro che la Regione deve alle ASL, 898 milioni di euro di crediti inesigibili e 84 milioni di ammortamenti del patrimonio immobiliare che mai gli enti locali hanno contabilizzato. Una nuova Caporetto. E’ arrivato a dire che siamo “in fallimento tecnicamente” (questo noi lo diciamo da due anni!), ma che proviamo ancora ad evitare di “portare i libri in tribunale”, con la mossa dei due fondi immobiliari. Uno, quello del patrimonio disponibile della Regione (ad es. la sede di Piazza Castello, una volta che verrà – se verrà, diremmo noi – ultimato il Grattacielo della Regione nella ex-sede Avio) e l’altro quello del patrimonio indisponibile della Regione, tra cui gli edifici in cui si svolgono oggi le attività sanitarie ospedaliere. Pensare di poter vendere tale patrimonio ad enti no profit (che poi sarebbero le Fondazioni Bancarie e i fondi pensione), mantenendone il controllo, e pagando un canone di locazione, è un’assurdità degna della migliore finanza speculativa. Sappiamo benissimo che le società non sono controllate dalla maggioranza pubblica, ma dal socio privato di maggioranza relativa, che spesso controlla il tutto anche con quote esigue, soprattutto perché è alla ricerca del profitto come ritorno del suo investimento. Dare gli edifici ospedalieri alle fondazioni bancarie potrebbe essere il primo passo della privatizzazione della Sanità, cosa a cui ci opporremo strenuamente. Chiediamo che Cota e la Lega Nord, che si battono, sinora solo a parole, contro il Governo Monti, dei banchieri e tecnocrati, vadano a Roma ed ottengano che il rientro dal debito fatto dalle Giunte Ghigo e Bresso sia onorato, ma spalmato nel tempo. Se no, tanto vale avere un Commissario liquidatore e risparmiare i costi dei Consiglieri e degli Assessori“. Davide Bono Capogruppo in Consiglio Regionale MoVimento 5 Stelle