“Senza dubbio Massimo Cotto è un bravo presentatore, con una grande professionalità  e una ancor più grande capacità di comunicazione. E’ sempre bello vederlo sorridere contento sui vari social, da cui vanta tutti i suoi successi. Quindi, essendo famoso, si stupisce se qualcuno avanza critiche,  sostenendo di non trarre nessun giovamento dalla sua carica di assessore alla cultura,  bensì di aver fatto risparmiare  all’amministrazione con la sua triplice funzione di politico, organizzatore e presentatore. Noi proviamo a fare qualche ulteriore considerazione, a costo di farci nemici i suoi fan che già ci dispensano insulti più o meno velati sui social. Pensiamo infatti che essere un bravo presentatore, ovvero un bravo tecnico, non equivalga necessariamente ad essere un bravo assessore: quest‘ultimo deve svolgere  funzioni molto diverse, senza mai fare confusioni di ruoli. Ad esempio osserviamo che un assessore non lo è a vita e quindi, mancando sei mesi alle elezioni, non è detto che Massimo Cotto lo sarà anche per la prossima amministrazione. Ecco perchè su Rosebud, Akamu e Asti Musica è facile che debba decidere il prossimo assessore.  Sarà per questo che ha pensato di annullarle? Il futuro assessore, se non potrà vantare amicizie tra gli artisti, si troverà a doverli pagare con un bilancio che, a detta dello stesso Cotto, non supera i 20.000 euro. Un bravo assessore difende le sue risorse sul bilancio e non può dire “tanto lo faccio io gratis….” proprio perchè la sua è una funzione pubblica e non un favore personale, senza contare, che, le direzioni artistiche gratuite, si possono fare anche senza essere assessore….. Vogliamo sottolineare una dichiarazione dall’assessore Cotto con cui lamentava la scarsa disponibilità di risorse  «…. le poche cose collaterali che si organizzano, come Akamu e Rosebud, non costano praticamente nulla». Tale dichiarazione contrasta con la realtà amministrativa. Infatti l‘Università ha messo a disposizione le aule gratuitamente e le delibere di Giunta dal 2014 al 2016, ci rivelano che i progetti culturali di Rosebud e Akamu sono costati rispettivamente  48.000 euro e 45.000 euro per un totale di  93.000 euro, interamente erogati sotto forma di contributi all’associazione Le Muse Novae di Chiavari, organizzatrice degli eventi. Ci chiediamo se queste numerose elargizioni, per una cifra complessiva così rilevante, siano state corrisposte nel rispetto del Codice dei Contratti Pubblici. Infine il Pd astigiano dichiara che l’assessore ha svolto le sue attività “quasi sempre gratis” . Possiamo sapere in che occasione e quanto è stato pagato?” Anna Bosia, consigliere comunale di Asti