“Era il 29 dicembre di due anni fa .
L’allora sindaco Brignolo aveva nominato, con qualche mese di ritardo, il nuovo Presidente di ASP indicando Giovanna Beccuti, in sostituzione del dimissionario Paolo Bagnadentro.
Si era scatenato, in quei giorni, un vivace dibattito in proposito e mi sentii in dovere, nonostante la mia posizione di consigliere di opposizione, di ritenere legittima ( anche se un po’ tardiva) tale nomina che, legittimamente, spettava al Sindaco.
Dicevo anche, nella mia lettera, che la nomina avrebbe potuto essere fatta prima, senza far credere che dovessero contare i curricula, le competenze, la preparazione personale.
“ Si tratta- avevo sostenuto- di una nomina politica al vertice della maggiore azienda cittadina: se Giovanna Beccuti sarà o no un buon presidente lo vedremo tra un po’ma il mito delle competenze specifiche che si sta diffondendo, quasi che il Presidente di una società possa sostituirsi ai dirigenti non mi convince”
“Il Presidente deve fare il Presidente- dicevo- : preoccuparsi dei servizi resi ai cittadini, chiedere alla dirigenza di attivarsi per fornirli al meglio e tirare le conclusioni sulla capacità o meno da questi dimostrata.
Tutto il resto è fumo negli occhi”
Auguravo quindi alla neo Presidente di essere all’altezza del ruolo, ricordando che Asp poteva essere un formidabile motore di sviluppo o una pesantissima zavorra per la città e le auguravo buon lavoro.
Siamo a due anni dopo.
E’ sempre del 29 dicembre (oggi) la notizia che il Sindaco Rasero sfiducia i vertici dell’ASP invitandoli a dimettersi.
Con la stessa onestà intellettuale di allora chiedo: in base a che cosa? Quali fatti negativi per la città il Sindaco addebita al Consiglio di Amministrazione dell’ASP?
E ancora: quali strategie il Sindaco e la sua maggioranza intendono mettere in atto e che non trovano rispondenza e condivisione da parte dell’attuale Consiglio di Amministrazione?
A tutt’oggi, oltre ai vari selfies e alle presenze-spot alle varie iniziative , non ci è dato sapere quali programmi e progetti hanno in testa il Sindaco e la sua Giunta.
Gli esempi potrebbero essere molti: dalla sicurezza ai campi nomadi, ai temi dell’assistenza e della disabilità (che vengono trasformati in carità anziché in soddisfacimento di diritti), fino alla collocazione fantasiosa di scuole al Fontanino, per chiudere con la vicenda del Teleriscaldamento su cui il Consiglio comunale non è stato chiamato ad esprimersi…
Il Sindaco ha il dovere di dire agli astigiani perché chiede le dimissioni del CDA dell’ASP. Anche solo per non indurli a pensare ciò che in tanti abbiamo pensato : e cioè che dopo sei mesi di Amministrazione le “cambiali”elettorali vanno in scadenza e occorre onorare gli impegni presi con chi lo ha sostenuto.
C’è un fatto nuovo, però. Oggi, dopo la legge Madia, non basta più dire che la Dirigenza dell’Azienda non è allineata politicamente con la maggioranza dell’Amministrazione: occorre documentare le lacune, gli errori, le inadempienze…insomma tutto ciò che fa , o dovrebbe far venire meno, il rapporto di fiducia tra il Sindaco e la maggiore società cittadina.
Attendo di sapere quali sono le argomentazioni portate, ricordando al Sindaco che i contratti di servizio con ASP sono modificabili su richiesta delle parti e se, ad esempio, si ritiene che l’illuminazione pubblica sia carente ( come sosteniamo in molti) c’è un modo molto semplice per migliorarla: aggiungere punti luce laddove servono. In accordo con ASP e AEC, al di là dei colori politici dei loro consigli di Amministrazione”.
Resto in attesa di riscontro.
Angela Quaglia- CambiAMO ASTI