giovanni pensabene“Con le nostre dimissioni diciamo no all’eutanasia della Provincia, no al disprezzo delle   autonomie locali, no al commissariamento della democrazia”. Queste parole sono state   pronunciate da Maria Teresa Armosino nella conferenza stampa del 29 ottobre 2012 con la quale annunciava le dimissioni sue e della sua Giunta dalla guida della Provincia, lasciando   l’Ente con i suoi dipendenti e le sue attività ad una gestione commisariale che ha già compiuto un anno e mezzo e veleggia tristemente verso il 2° compleanno. Secondo alcuni è stato un atto di coraggiosa denuncia, secondo me invece un’operazione in puro stile Schettino. La Provincia, le sue funzioni e i suoi dipendenti annaspano nella ricerca di un orizzonte che ancora non si   vede ma i nostri Schettino hanno ancorato le loro terga su altre, in alcuni casi più renumerate, poltrone. La Presidente in fuga della Provincia di Asti, prima di darsela a gambe, ha piazzato buona parte della sua Giunta (Ferraris, Cardona e Sodano) nell’accogliente Consiglio di   Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, altri erano già stati piazzati in precedenza nella stessa Fondazione e nel Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti o della controllata Biverbanca, altri ancora in altrettanto remunerate e oggi scomode poltrone come quelle dell’Atc. Per sé la Signora del centrOdestra astigiano ha tenuto la poltrona di Presidente dell’Atl, ovviamente a titolo gratuito (noblesse oblige!), e il ruolo di faro politico e, in qualche caso come l’Atc, anche professionale dei suoi adepti. Tutto questo per dire chi comanda in Asti e Provincia, chi non ci credesse vada a curiosare la composizione dei Consigli di Amministrazione o di indirizzo degli Enti sopra citati e anche di qualche altro che a me è sfuggito. La foglia di fico del mantenimento in mani amiche di tutte le leve del comando è costituita dal nostro Sindaco Brignolo che si è fatto cooptare nel Consiglio di Amministrazione   della Cassa di Risparmio di Asti e che, insieme al suo partito che non è stato capace di farlo dimettere, non denuncia con la dovua forza questo stato di cose.Oggi sotto i riflettori, e neanche troppo, c’è il Consiglio di Amministrazione dell’Atc per le   note vicende legate alla sparizione di alcuni milioni di euro per cui è indagato l’ex direttore. Credo però che sia arrivata l’ora che si faccia chiarezza su tutti i consigli di amministrazione   che ho citato: chi sono i consiglieri che vi siedono, a quale forza politica sono riconducibili,   quali titoli e quali competenze possono vantare per occupare i posti che occupano e percepire le indennità che percepiscono!” Giovanni Pensabene