“Caro direttore, qualche giorno fa, gli organi di informazione hanno riportato correttamente il mio intervento in Consiglio nel quale annunciavo le mie dimissioni da direttore artistico di Astimusica e di Astiteatro, la chiusura di Akamu e la cancellazione di Rosebud. Ho sempre tenuto in considerazione le opinioni della minoranza, anche quando (come credo sia legittimo) le trovavo assurde. Non posso però sopportare gli ultimi attacchi del movimento 5 Stelle e dei consiglieri Anna Bosia e Clemente Elis Aceto, che mi accusano di conflitti di interesse. A nulla è servito ricordare che “un conflitto di interessi è una condizione che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale a un soggetto che abbia interessi personali o professionali in contrasto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa”. Alla mia domanda: “Quali sarebbero gli interessi personali o professionali che mi riguardano?”, mi è stato risposto: “Ritorno di immagine”. Ora, non posso accettare che qualcuno creda o voglia far credere che io possa utilizzare le manifestazioni astigiane per averne un ritorno di immagine. Quando il sindaco Brignolo mi offrì l’assessorato alla Cultura, pensai che avrei potuto mettere le mie amicizie, i rapporti personali, il prestigio e la credibilità a disposizione della città. Mi spiego meglio: in questi anni ho chiesto ai miei amici musicisti di venire ad Asti a cachet ridotto o addirittura gratuitamente. Tutti hanno accettato con piacere (e questo mi onora), ma naturalmente hanno chiesto che fossi io a intervistarli. Perché si fidano, perché l’amicizia significa anche tutela. Se lei, caro direttore, fa un calcolo di tutte le serate organizzate da quando sono assessore, si renderà conto di quanto ho fatto risparmiare all’amministrazione. A questo la prego di sommare le direzioni artistiche a titolo gratuito (solo per darle un’idea, il mio cachet da direttore artistico di Astimusica era pari a quello che guadagno in dieci mesi come assessore). Non pretendo di essere ringraziato dalla minoranza, però è inaccettabile che venga accusato di conflitto di interesse e di usare le manifestazioni astigiane per colorare la mia immagine. Questa è la ragione per cui sono costretto a cancellare Rosebud, manifestazione che ha portato ad Asti (a ingresso gratuito!) Pelù, Renga, Morgan, Vanoni, Platinette, Michielin e molti altri. Non è una ripicca: a disposizione ho 20.000 euro; se devo pagare un direttore artistico e un presentatore per le tre serate, ho già quasi finito il budget. Porterò Akamu altrove (abbiamo organizzato stage in nove regioni portando il nome di Asti ovunque), Astimusica si troverà un altro direttore artistico, mentre Astiteatro l’ha già trovato (14.000 euro per un biennale, che avremmo potuto risparmiare se avessimo assunto la direzione io e Gianluigi Porro, come annunciato mesi fa alla stampa). Ringrazio l’Assessore alla Cultura di Alba che mi ha telefonato per chiedermi di intervistare gli attori in Stagione prima degli spettacoli, e la città ligure che mi ha chiesto Rosebud. Suggerisco che il prossimo Assessore alla Cultura sia un medico o un avvocato. Ma, vi chiedo, se un assessore lavora bene non ha comunque un ritorno di immagine anche se è medico o avvocato? Dov’è dunque il problema? Chiedo scusa a tutti gli astigiani che mi hanno sostenuto, ma certe accuse, oltre a essere grottesche, sono intollerabili. Che la cultura e l’arte siano sempre con noi”. ​ ​Massimo Cotto, assessore alla Cultura e alle Manifestazioni