Sono stati depositati da qualche giorno 64 emendamenti al bilancio da parte del gruppo consiliare del M5S astigiano, frutto di un impegnativo lavoro dei consiglieri e degli attivisti.
Un bilancio preventivo che ha lasciato l’amaro in bocca ai cittadini e di fronte al quale sono state avanzate critiche da più parti nella comunità astigiana. Gli aumenti deliberati, infatti, hanno toccato servizi essenziali: trasporto pubblico locale, mense scolastiche, parcheggi, a fronte di una situazione dell’economia cittadina invariata, che purtroppo non presenta miglioramenti da un punto di vista commerciale e industriale.
Il bilancio predisposto e, quindi, la gestione della cosa pubblica, è caratterizzato dalla richiesta ai cittadini di sacrifici senza, però, garantire in cambio un miglioramento della qualità della vita che, anzi, è destinata a peggiorare: non potrà accadere nulla di diverso, infatti, se anziché incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici si aumentano le tariffe del trasporto urbano. Nel frattempo, l’aria della città continua a essere ammorbata dagli scarichi delle auto, con conseguenze disastrose per la salute e i nuovi parcheggi in centro, obiettivo di questa amministrazione, non farebbero che peggiorare il problema.
Lo sforzo economico che si richiede ai cittadini non tiene conto del fatto che la popolazione di Asti è per molta parte composta da famiglie in cui lavora solo un membro, con figli che studiano da mantenere, con lavori precari, o che conoscono la disoccupazione: e allora indigna la severa sforbiciata ai servizi sociali se, come si legge nel documento di programmazione, fra gli obiettivi da perseguire con conseguente esborso di denaro pubblico, si leggono interventi legati al Palio, come la costruzione di una pista di allenamento per i cavalli.
Sprechi, insomma.
Perché a voler guardare al Palio come a una possibilità di investimento nel settore turistico, sarebbe stato più opportuno predisporre prima di ogni intervento un serio e attendibile studio relativo alla ricaduta dell’evento sull’economia cittadina; la manifestazione deve essere un vantaggio per la collettività che contribuisce con il suo denaro a sostenerla, e non un mero divertimento per tifosi. Inoltre, la città di Asti non è solo Palio e dal punto di vista turistico molte sue bellezze non sono valorizzate come dovrebbero, rimanendo una potenziale risorsa non sfruttata. La solita storia del paese più bello del mondo che sta seduto sul petrolio, ma non lo estrae.
Un aspetto che molti cittadini non conoscono, inoltre, è la rigidità della spesa causata dalla sussistenza di crediti di dubbia esigibilità: per dirlo più semplicemente, si posso spendere pochi soldi perché molti cittadini non pagano per i servizi di cui usufruiscono. L’amministrazione, quindi, deve bloccare ingenti risorse, pari a circa 21 mln di €: il costo dei pubblici servizi, infatti, va sostenuto comunque e bisogna accantonare la somma necessaria per sostenere le spese di chi evade.
Non sarebbe opportuno iniziare finalmente e con determinazione un percorso per affrontare il problema?
E, invece, poco è stato destinato per un incremento in termini di risorse umane e strumentali per tale scopo. Con la conseguenza che sono sempre i soliti a pagare, mentre per chi adotta comportamenti virtuosi non sono previsti sconti, come potrebbe accadere, ad esempio, per la TARI, la tassa sui rifiuti.
Il M5S nei suoi emendamenti ha affrontato tali problematiche proponendo soluzioni alternative che consentono di mantenere basse le tariffe a vantaggio della popolazione, oltre a investimenti maggiori anche per affrontare questioni che l’amministrazione aveva promesso di risolvere in tempi brevi: chiusura dei campi nomadi, che risultano essere ancora esistenti, e sicurezza. L’amministrazione, invece, non ha destinato alla sicurezza risorse diverse da quelle già predestinate dalla Giunta che l’ha preceduta.
L’augurio in vista dell’approvazione del bilancio di previsione, che è alla base della politica amministrativa in termini di spesa di denaro pubblico, è quello di assistere a un esame privo di preconcetti e inutili prese di posizione; molti cittadini sono rimasti indietro ed è necessaria una programmazione di spesa secondo una scala di priorità se non etica, almeno, equa.