“Quello che interessa ai nostri associati coincide con quello che interessa ai cittadini italiani: cioè che il Paese abbia un sistema di Governo stabile in grado di portarlo fuori dalle secche di una crisi economica e di valori sociali che sta sgretolando non solo le risorse, ma anche il futuro dell’Italia». È un giudizio durissimo e preoccupato quello di Massimo Forno, presidente di Confagricoltura Asti, all’indomani del voto politico. «Dal punto di vista astigiano quello che si teme – dice ancora Forno – è che il protrarsi delle condizioni di ingovernabilità danneggino in modo grave settori economici che non sono strategici solo per il nostro territorio, ma per l’intera nazionale. Penso al vino, che è una voce importante per l’export agroalimentare italiano unico comparto economico che ha fatto registrare un segno positivo con un volume volato oltre i 31 miliardi di euro. E penso anche alla zootecnia, all’ortofrutta, alla produzione di cereali. La politica deve farsi carico di queste esigenze e trovare al più presto la via per dare un Governo stabile, duraturo e credibile al Paese. Se questo non avverrà – aggiunge il presidente di Confagricoltura Asti – andremo incontro a derive economiche pericolose che potrebbero gravare in modo pesante sull’agricoltura, già vessata da leggi che, a nostro parere, ne hanno compromesso lo sviluppo». Infine da Forno anche un richiamo ai risultati elettorali in sede locale: «L’auspicio di Confagricoltura Asti è che la rappresentanza territoriale, passata da 4 a 2 parlamentari, sia in grado di portare a Roma le esigenze di un’area che deve restare protagonista con le sue indiscusse eccellenze agroalimentari. Per questo ricordiamo ai parlamentari eletti le istanze che Confagricoltura Asti aveva avanzato al mondo politico prima della consultazione elettorali e che oggi si ripropongono con ancora più emergenza: ridurre la pressione fiscale e restituire alle società agricole una tassazione equa; creare un canale specifico al credito bancario per il settore agricolo; sfoltire burocrazia e controlli che soffocano le imprese agricole; revisionare la legge sui pagamenti brevi dei prodotti agroalimentari (art. 62)”. Massimo Forno, presidente Confagricoltura Asti