GIORGIO GALVAGNO“Non volevo più parlare di Fondazione e di banche , ma essendo nuovamente chiamato in causa ritengo di dover precisare quanto segue: Bozza Galvagno – Il consigliere Porrato ha parlato di una “bozza Galvagno” per la riforma della Fondazione. Ha ragione! In effetti  diversi  mesi fa  ho  presentato ai responsabili degli enti bancari e non, in spirito di amichevole collaborazione una bozza informale per giungere in breve tempo ad un dimezzamento delle poltrone e dei costi della Fondazione con un notevole risparmio da riversare sulla città in un momento così difficile per la gente comune. Un altro  aspetto della mia proposta riguardava invece la riforma delle nomine dei membri della Fondazione, visto che  Provincia e Camera di Commercio ( che finora designavano un terzo ciascuna  dei consiglieri) sono verosimilmente destinate a sparire.  Purtroppo, le ultime nomine bancarie (che molti consiglieri della Fondazione stessa hanno definito “una pagina nera”) sembrano fatte apposta per impedire ogni rinnovamento . Tuttavia mi auguro che le cose possano  ancora cambiare. Il Consiglio comunale  di Asti (insieme  gli altri comuni della provincia ,  unici organismi  elettivi rimasti a rappresentare i cittadini)  saprà dare sicuramente un proprio qualificato contributo. Rappresentatività dei consiglieri – Chi sostiene che la Fondazione è un ente di natura privatistica e che  i consiglieri nominati non hanno vincolo di mandato, scopre l’acqua calda. Il vincolo non è di natura giuridica, ma morale: se un consigliere non risponde ai cittadini che, attraverso la Provincia o il Comune lo hanno mandato lì, a chi   deve rispondere? Al solito giro di persone che da vent’anni stanno aggrappati alle loro redditizie poltrone senza mai confrontarsi con uno straccio di elezione democratica? Dichiarazioni di Riccio-  Al signor  Riccio , di cui è nota la finezza di ragionamento e l’eleganza del tratto, mi esimo dal rispondere ora perché l’evidente carattere diffamatorio del suo intervento  esige una regolazione della  questione in altra sede”.  Giorgio Galvagno