GIOVANNI PENSABENE“Dopo un anno e mezzo l’Assessore tecnico del Presidente Cota, ex manager IVECO Paolo Monferino, ha rassegnato le proprie dimissioni da responsabile della sanità della Regione. In meno di tre anni dall’insediamento Cota, dopo la Ferrero, travolta dagli scandali e Monferino travolto dalla maggioranza di centro destra, deve affidare le competenze della materia più importante, la sanità, ad un “capitano di lungo corso”: Cavallera, la cui esperienza politica non si discute, pur esprimendo dubbi sulle competenze specifiche, visto che di sanità non si è mai occupato. Per la verità il rimpasto di Giunta vede l’entrata di soggetti quali Pichetto e Vignale che, oltre al fatto di essere “navigati”, fanno lievitare il tasso “politico” della Giunta andando a determinare una vera e propria “sovranità limitata” (la Lega Nord perde due Assessori: l’inquisito Giordano e la Maccanti) nei confronti di Cota, già bersagliato dalle faide interne alla Lega da parte di coloro che lo vogliono dimissionario sia dallo scranno parlamentare sia da segretario politico regionale. Preoccupa però la situazione della Sanità piemontese che, in questi tre anni, non è mai riuscita ad avere, da parte dei decisori politici, quella bussola di orientamento che consentisse di navigare fuori dalle acque agitate determinate dall’incapacità di operare scelte di lungo respiro. Il centro destra, alla ricerca della discontinuità con le scelte di Valpreda e Artesio, ha interrotto quella strategia che vedeva nel riequilibrio tra Ospedali e servizi territoriali il solo modo per contenere i costi dando vita ad una spirale virtuosa capace di contemperare le esigenze di bilancio senza tagliare i servizi ai cittadini. Tale discontinuità ha generato solo pasticci: i contenuti risparmi conseguiti sono solo il frutto derivato da tagli ai servizi e al personale e ridimensionamento delle situazioni d’eccellenza. Anche in una situazione di grave emergenza non vi è stato il coraggio di porre mano ad una seria revisione della rete ospedaliera, le Federazioni non hanno portato risparmi significativi ma hanno solo generato tensioni e preoccupazioni tra i dipendenti; la tanto sbandierata gestione del patrimonio, risolutiva panacea finanziaria, con la costituzione di discutibili “fondi immobiliari”, è rimasta “lettera morta”: Asti ne è un esempio lampante con una serie di immobili di giorno in giorno in malora ed in costante degrado. Monferino cade sulla nota  questione del fiorire di emodinamiche in Piemonte, non è da escludere che, su tale tema secondario, cada lo stesso Cota. Resta il fatto che la questione emodinamiche è l’ennesima dimostrazione di una incapacità di programmazione, del costante cedimento alle logiche di “campanile” che pongono a rischio la sicurezza dei cittadini (troppe emodinamiche non garantiscono numeri prestazionali coerenti con la sicurezza). Cota si rassegni: tre anni di non governo, corredato da scandali e nulla di fatto, sono più che sufficienti alla sua bocciatura e all’esigenza di dare al Piemonte un governo credibile”.   Giovanni Pensabene