“Quando si chiede alla città (ed a dir la verità a tutto il nostro paese) di fare dei sacrifici per cercare di recuperare la dissolutezza del nostro passato in cui abbiamo vissuto forse oltre le nostre reali possibilità, è inacettabile leggere tra le righe del più stringato bilancio comunale di sempre (solo 6 milioni di investimenti nel prossimo triennio) che l’istituzione principale erogatrice di contributi per il nostro territorio fornisce al Comune di Asti solamente una quota nettmanete inferiore al 10 % del totale delle sue erogazioni !
In un momento in cui i trasferimenti statali e regionali all’ente locale vengono ridotti sensibilmente, ed il Comune attua la scelta di aumentare la pressione fiscale a livelli mai visti sulla maggioranza della cittadinanza, la Fondazione CRAsti continua su una politica di erogazione non condivisibile che vede l’unico ente locale democraticamente eletto rimasto sul territorio, oltre che escluso dall’amministrazione della stessa Fondazione (nonostante ad esso spetti la designazione di un terzo del consiglio di indirizzo), fortemente penalizzato nell’attribuzione dei contributi con una quota irrisoria per l’attività del bilancio comunale. 
A questo punto occorre una forte riflessione (come emerso da più parti politiche nella discussione di questi giorni del bilancio di previsione in consiglio comunale) oltre che sulla distribuzione dei contributi anche su quelli che sono i costi di gestione dell’Ente Fondazione CRAsti : infatti non è più concepibile che, in un momento congiunturale come questo, un membro designato del consiglio di indirizzo della Fondazione CRAsti (ci sono 21 membri ed è, per fare un paragone, equivalente al consiglio comunale) percepisca un gettone di presenza pari a 750 euro ed i membri del CDA (pari alla giunta per esemplificare) percepiscano stipendi di decine di miglialia di euro all’anno.
Ritengo che chi voglia andare ad amministrare un ente così strategico per la nostra città debba farlo per volontariato percependo un gettone pari a quello dei consiglieri comunali (tanto vituperati come espressione della politica!) pari a 32 euro (un venticinquesimo dei mebri del CDI!); per i membri del Cda (nove) penso non si debbano superare i 10000 euro annui (comprensivi dei gettoni di presenza) visto che l’impegno è sicuramente superiore. Con un ridisegno in tal senso degli emolumenti dei membri della Fondazione si liberebbero risorse per centinaia di migliaia di Euro (almeno 350.000/400.000) che potrebbero essere più equamente ridistribuite sul territorio.
Sono consapevole che l’autonomia statutaria dell’Ente Fondazione sia da salvaguardare, ma il mio è un appello accorato a tutti coloro che oggi la rappresentano affinchè comprendano che anch’essi devono fare sacrifici per il bene della nostra città!” Fabrizio Imerito