giuseppe ratti“Caro Giuseppe, ti ricordo ormai tanti anni fa, quando arrivavi in cooperativa (Della Rava e Della Fava) con le tue prugne essiccate – le stesse che già allora spedivi in Germania, dove i prodotti biologici erano assai più conosciuti e apprezzati che non nell’Italia della fine degli anni Ottanta. Lo scoppio del reattore di Chernobyl ci rese molto più sensibili, ma intanto tu, con il tuo profondo rispetto per la terra, la natura e la vita, coltivavi le tue piante con amore e profonda sapienza, senza alcun veleno. Eri allora un precursore, un maestro, ma lungi da te considerarti tale. Mi colpiva sempre la tua estrema modestia, fondata sulla tua intelligenza fuori dal comune. Non mi lascerà mai il tuo ricordo e la tua testimonianza di pace e di amore per la vita in tutte le sue forme. Ti ringrazio mentre ti immagino già all’opera a coltivare le vigne del cielo”. Silvia Cotto