“Venerdì scorso, 25 maggio, l’assessorato ai trasporti della regione ha predisposto una ulteriore modifica al Programma triennale dei servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario, già adottato con delibera di giunta del 12 maggio scorso.
Questa modifica è dovuta in sostanza a due motivazioni: l’approvazione del bilancio di previsione per il 2012, che ha stanziato ulteriori 108 milioni di euro per il capitolo trasporti e l’ampliamento delle linee ferroviarie destinate alla chiusura al traffico ferroviario e alla sua sostituzione con autobus rispetto alla prima versione.
Il testo che ci è stato fatto pervenire nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì, si compone essenzialmente di tre parti:  una prima che riassume e precisa il tema della nuova disciplina sui servizi pubblici locali, anche alla luce dell’ultimo decreto cosiddetto “liberalizzazioni”;  una seconda  “Interventi di razionalizzazione sulle linee ferroviarie”, cap. 3.4 pagg. 13 e seguenti, che, mentre conferma la decisione di cancellare le corse dei treni sostituendole con autobus, aumenta le linee interessate da tale provvedimento, portandole dalle otto inizialmente previste e alle 14 già anticipate; una terza “Le risorse per il triennio” cap. 6.2 pagg. 22 e seguenti che rimodula i tagli al tpl  a seguito dell’approvazione dell’emendamento nel bilancio di previsione che ha aumentato le risorse per il 2012; in sostanza, i tagli previsti dalla delibera di Giunta del 28 novembre 2011, pari al 3,15 e 17% rispettivamente per gli anni 2011, 2012 e 2013, vengono ridotti al 9% per il 2012 e al 15% per il 2013.
Alla luce di questo breve esame del documento, mi pare che le ragioni che hanno portato a dichiarare l’ennesimo sciopero siano più che motivate con un ottima risposta da parte dei lavoratori del settore.
Infatti sul versante ferroviario la manovra è pesantissima per le sue ricadute sugli utenti del servizio e sull’occupazione sia in Trenitalia che nella stessa RFI, dato che le linee, private degli unici treni circolanti, quelli regionali, sono ad alto rischio di chiusura all’esercizio. Sul versante tpl, la manovra riduce comunque, sia pure in maniera più contenuta, i tagli per il 2012, e non dà alcuna risposta (solo 60 milioni di euro) al problema di quanto dovuto dagli enti locali alle aziende per i servizi già svolti nel 2011 (ricordo che la regione ha bloccato i pagamenti a settembre 2011 ), pari ad una cifra oscillante, secondo le diverse valutazioni, tra i 230 e i 270 milioni di euro.
Non manca  l’ennesimo annuncio del “tavolo” tra i soggetti interessati (non le organizzazioni sindacali) stavolta con l’ambizioso obbiettivo addirittura di  definire i costi standard, mentre non c’è traccia,  di un progetto strategico per il trasporto pubblico piemontese. Sanno solo tagliare!”          
Fabio Dura, segretario generale Filt Cgil Asti