“Il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo (d’ora in avanti l’Alcalde) sembra sia stata colto da vera folgorazione sulla via di Portacomaro. Non passa giorno che non partecipi ad un evento o che non esterni un proprio pensiero sull’elezione di un Papa il cui nonno nacque nel Comune di Asti due secoli fa. Non mi unirò ai commenti sul rapporto tra l’attuale successore di San Pietro e la dittatura argentina, spero che la Giunta Comunale di Asti abbia avuto in merito un chiarimento interno, né voglio sottovalutare l’importanza simbolica del legame tra il nostro territorio e il Pontefice. Entro certi limiti credo anche sia giusto esternare la soddisfazione per l’avvenimento, ma se si usasse il Latino non solo per le omelie vaticane diremmo: est modus in rebus! C’è una misura in tutte le cose! Misura che mi sembra sia stata da tempo oltrepassata. Il nuovo Pontefice riscuote una simpatia molto diffusa, compresa la mia, così come simpatica appare nelle interviste televisive sua sorella, ma da questo ad invitarla, con relativo codazzo, a carico dei contribuenti astigiani mi sembra esagerato. Non voglio tarpare le ali dell’entusiasmo (da neocredente?) dell’Alcalde Brignolo né tentare di limitarne le iniziative ma suggerirei di avere più attenzione per le disastrate condizioni delle casse comunali e delle tasche dei contribuenti astigiani. Se crede, l’Alcalde, che gli astigiani condividano “toto corde” il suo entusiasmo “papista” emetta dei “BOP” (Buoni Ordinari Papali) con i quali finanziare i festeggiamenti bergogliani. Avevo pensato di seguire l’Alcalde nella scelta di ricorrere alla nomencaltura sudamericana del suo ruolo e sono stato indeciso se firmarmi subsubcomandante Pensabene, Pancho Villa o Zorro,  ma conscio del rischio insito nella mia stazza di essere definito Sergente Garcia ho preferito rinunciare”. Giovanni Pensabene