“Ci risiamo… Il primo bollettino di Difesa Guidata della Vite, emesso da Coldiretti-Impresa Verde di Asti-Canelli, consiglia contro la peronospora i soliti noti: in pole position, come consuetudine, il Mancozeb. Il Mancozeb è teratogeno (cioè aumenta il rischio di malformazioni nei nascituri), per cui dal 2010 nella scheda del prodotto è stato riclassificato comenocivo, e molti autorevoli studi e analisi ne segnalano gli effetti cancerogeni, neurotossici e riproduttivi. Tanto che altrove in Italia sempre più spesso si preferisce non adoperarlo (l’ultimo esempio è dato dal Protocollo Viticolo 2013 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg, che ne vieta completamente l’uso), e che le stesse Norme sulla Produzione Integrata della Regione Piemonte lo vietano per tutte le colture eccetto la vite. Il Metiram, medaglia d’argento nella lista di Coldiretti, secondo numerosi studi possiede a sua volta effetti cancerogeni e riproduttivi. Ci rivolgiamo allora, come Legambiente Asti, a Coldiretti e ai sindaci che spesso, in buona fede, ufficializzano questi bollettini con il logo del Comune e lo affiggono nelle bacheche a Coldiretti affinché voglia avviare urgentemente un’analisi approfondita dei propri attuali criteri di selezione dei pesticidi da consigliare, svolta attraverso un confronto sistematico con esperti sanitari e con le associazioni ambientaliste; ai sindaci, massimi responsabili della salute pubblica nei rispettivi Comuni, affinché, prima di dare patente pubblica e ufficiale ai bollettini, 1) chiedano conto a Coldiretti dei suoi consigli, pretendendo che siano elaborati secondo una metodologia nella quale il fattore salute giochi un ruolo fondamentale e misurabile con precisione; 2) esigano da Coldiretti la prova che la sua opera di consulenza non si trova in conflitto d’interessi, cioè che Coldiretti e/o le sue emanazioni non ricevono in nessuna forma finanziamenti dalle case farmaceutiche produttrici delle sostanze consigliate nei bollettini (non fraintedeteci: non stiamo affatto insinuando che ciò avvenga, non avremmo alcun elemento per dirlo; ma pensiamo che un ente pubblico abbia il diritto-dovere di accertarlo prima di ufficializzare i consigli in questione)”. Giancarlo Dapavo ed Enrico Griseri, Circolo Gaia Legambiente Asti