“E’ primavera, svegliatevi bambine” recitava una canzone del secolo scorso. Non si praticava  ancora il diserbo chimico! Oggi forse, lo stesso autore, canterebbe “…scansatevi bambine” perché   le Ferrovie dello Stato cominciano a diserbare. Da qualche anno conduco solitariamente questa   battaglia contro il diserbo chimico delle scarpate stradali e ferroviarie nelle aree urbane. Ahimè   finora senza alcun ascolto! Nel novembre 2013 il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità un   ordine del giorno, proposto dal sottoscritto, che prevedeva la modifica dell’art. 26 del Regolamento   di Polizia Rurale con lo specifico divieto al comma 5 lettera e) di fare ricorso al diserbo chimico   delle scarpate ferroviarie e stradali in prossimità dell’area urbana. L’odg in questione impegnava la   Giunta a portare in Consiglio la revisione complessiva del Regolamento di Polizia Rurale entro il   primo semestre 2014. Non sono più Consigliere Comunale ma a quanto mi risulta sul tema non è   ancora stato prodotto nulla da parte della Commissione Consiliare competente. Le Ferrovie dello   Stato a breve ricominceranno i loro diserbi chimici anche in prossimità delle abitazioni . Oltre   all’opinabile effetto sul decoro urbano e a quello certamente negativo sulla biodiversità, animale e   vegetale, si metterà ancora una volta a rischio la salute degli abitanti e degli animali domestici di   diverse zone della città (il quartiere di San Fedele ad esempio è costeggiato per circa un Kilometro   da una scarpata ferroviaria) nell’indifferenza dell’Amministrazione comunale. L’erbicida più usato   nel diserbo delle scarpate ferroviarie e stradali è il glifosate, che è anche quello maggiormente   utilizzato in agricoltura e la letteratura di settore lo indica come un prodotto ad elevata   biodegradabilità e non tossico per l’uomo. In realtà negli ultimi anni, in varie parti del mondo, molti   studi hanno messo in discussione la presunta innocuità di questo prodotto, indicandolo come   induttore di sterilità e anche con effetti teratogeni (malformazioni dei feti). Per ultimo lo IARC   (International agency for research on cancer), emanazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale   della Sanità), ha inserito in un recente dossier il glyphosate tra i prodotti “probabili cancerogeni”.   Altri Istituti e Società , Monsanto in testa (produce il diffusissimo diserbante), contestano la   fondatezza degli studi di IARC. Senza voler fare dell’allarmismo, basta comunque leggere le frasi   di rischio e i consigli di sicurezza riportati nelle stesse etichette dei prodotti commerciali a base di   questo erbicida per consigliarne il divieto di utilizzo in prossimità delle aree abitate. Perché il   Comune di Asti, nonostante ripetuti solleciti, continua ad ignorare il rischio a cui è sottoposta una   parte della sua popolazione? Perché continua a non vietare il diserbo chimico di scarpate stradali e   ferroviarie almeno in prossimità dei centri abitati? Perché le Ferrovie dello Stato continuano   imperterrite a diserbare senza dare nessun preavviso e nessuna informativa alle popolazioni   interessate? Rimango in fiduciosa attesa, ormai quinquennale, di una risposta. Giovanni Pensabene