“Dopo due anni di pellegrinaggio, doveva pur succedere… la pratica Tlr è arrivata in Consiglio Comunale e ora per mandarla avanti qualcuno dovrebbe chiudere occhi, orecchie e naso ed assumersi una responsabilità enorme. Pensateci bene, sinora tutti coloro che si sono avvicinati a questo Tlr hanno sentito puzza di bruciato e, con la paura di scottarsi, in un modo o nell’altro hanno messo le mani avanti e preso le distanze. Per primo il sindaco Brignolo e la sua Giunta che, dando inizio a questa avventura con l’ormai storica delibera di novembre 2014 hanno elencato loro stessi i rischi quali “costi dell’energia venduta più elevati”, “contratti vincolanti con gestori in regime di monopolio”, “inquinare di più ma in maniera concentrata”, “lunghi tempi di recupero dell’ingente investimento”. Poi sono seguite le precisazioni fornite dagli Enti come Asl At e Arpa che hanno ufficialmente definito tale impianto una “industria insalubre di prima classe”, “un vero e proprio impianto produttivo”, “con caratteristiche industriali”, “incompatibile con l’attuale classificazione acustica dell’area”. La Provincia ha chiuso un iter di oltre 500 giorni riaprendone un altro pur di non decidere. Ma nel frattempo si è anche creato un solco sempre più grande e profondo fra una città intera fatta di comitati, cittadini, associazioni, forze politiche che non lo vogliono e pochissime persone che sembrano invece obbligate ad andare avanti ad ogni costo . Ma il vero cuore del problema è quanto dichiarato direttamente da Aec, cioè chi dovrebbe convincerci con la loro proposta: questo Tlr non è efficiente e l’alternativa sarebbe stata farlo ancora più inquinante. Ma nel 2017 in un’epoca in cui ormai tutto si basa sull’efficienza energetica, tecnica, economica e prestazionale, se siamo costretti a scegliere fra qualcosa di inefficiente o di inquinante, la conclusione è una sola: Asti non è posto per teleriscaldamenti! La matematica non è un’opinione e non concede sconti a nessuno: questo risultato è anche la conseguenza del fatto che ad Asti non ci sono adeguate fonti di calore riutilizzabili e in questo progetto non si vuole investire sulle energie rinnovabili. Tutto il resto è contorno, propaganda, fumo negli occhi: il Tlr crea lavoro? E’ lavoro sventrare 30 km di strade e ricostruirle per un’opera inutile che nessuno vuole? E’ lavoro costruire un impianto industriale dentro l’ospedale con tutti i problemi che comporta? E poi lavoro per chi? Non certo per gli artigiani, gli installatori, i manutentori, impiantisti ai quali sarà sottratto e se vorranno sopravvivere saranno costretti a presentarsi dinanzi al padrone di turno col cappello in mano a chiedere elemosina e sottostare alle sue ferree condizioni. Ma non è necessaria una laurea in ingegneria per capirlo, è sufficiente il buon senso di qualunque cittadino con la quinta elementare per capire come il surriscaldare 15 milioni di litri di acqua ogni giorno in più rispetto ad oggi e inviarli sotto le nostre strade per far funzionare il sistema, non può essere sostenibile, sotto ogni punto di vista. E allora la domanda secca è: come può un consigliere di buon senso e coscienza mettere in gioco la sua faccia ed il suo nome per un’opera del genere ? Ma veramente si è pronti e consentire che un terreno di disponibilità pubblica per fini sanitari diventi a disposizione di privati per questo puro business economico? Lo vedremo nei prossimi giorni; una cosa è certa, i cittadini osserveranno attentamente e annoteranno tutto perché si tratta questa di una responsabilità enorme e lo scaricabarile del “nessuno è responsabile” non funzionerà più perché qui tutti saranno responsabili”. Massimo Cerruti, cittadino Libero – Comitato No Tlr ad Asti – Movimento 5 Stelle Asti