“Mercoledì 14 dicembre arrivo in classe in anticipo, con la collega e i bimbi-svegli della 5 C della primaria Rio Crosio di Asti.
Dobbiamo fare mille cose, il misero orario concesso dal Ministero per “fare scuola di qualità” è sempre poco, l’entusiasmo e la voglia di incontrarsi, di ascoltarsi , di crescere, facendo crescere, invece, è troppo forte. Così ci arrangiamo, le ore di compresenza  le organizziamo autonomamente, attingendo al nostro tempo libero.
Questa volta però il trepidante benvenuto che mi accoglie e mi ricorda quanto sia bello e gratificante il mio mestiere di maestro è stato profondamente differente.
Entro in classe, non i soliti sorrisi, le mille e una domanda, le richieste di organizzare questa e quella attività. Un silenzio imbarazzato (imbarazzo? Tra noi?).
C’è stato il Sindaco qui in classe, fino a pochi minuti fa. Accidenti, me lo son perso, anche stavolta. Mi informo. Cos’è venuto a fare? Mi rispondono: “E’ venuto ad invitarci con i nostri genitori al palazzo del ghiaccio in piazza San Secondo, e ci offre la cioccolata!”. Trasecolo. Ripenso alle cronache dei giorni scorsi e collego i dati.
Il sindaco di Asti Giorgio Galvagno si è lanciato in un tour autopromozionale negli istituti superiori per informare i futuri neo-elettori sulle grandiose realizzazioni e stratosferici successi di questa amministrazione uscente.
I diciottenni astigiani han saputo dimostrarsi cittadini attenti e critici, non hanno subito lo spot in modo supino ma, anzi, hanno accettato il dialogo chiedendo spiegazioni, rettifiche, esprimendo dissenso.”Mmm, così non va’, pensano troppo questi adolescenti”,  avrà pensato il sindaco.
Ecco allora il nostro, sempre abbronzatissimo, attempato ma gagliardo, primo cittadino provare il tutto per tutto: auguri per tutti i bambini , accesso alle aule scolastiche, promesse di due dolcetti come la Befana ed invitare bimbi innocenti e genitori elettori nel “salotto buono della città” a giocare nella costosissima nuova  giostra invernale del Palatartufo, con annessa pista di pattinaggio
I ragazzi mi dicono, trafelati: “Che ce ne facciamo della pista da ghiaccio? Ce n’è già un’altra in città (e gode del patrocinio comunale), per di più il panettone e la cioccolata che offre il Comune  sono pagati con i soldi delle tasse, quindi, i nostri.
Noi (la scuola Rio Crosio è  situata nel quartiere Torretta) abitiamo in periferia: perché le cose belle devono sempre succedere in piazza san Secondo, perché non nei cortili e nelle piazze di periferia?” Chiedo loro: “Ma queste domande le avete fatte al sindaco?”. Mi rispondono “no!”. “No?!” – mi viene un sussulto – penso alla loro voglia di purezza , di onestà , di bellezza e di giustizia.
Non è colpa loro se non han osato alzar la testa di fronte al “potentuccio” che cerca di sparare le sue ultime cartucce: siamo in molti a far come loro. Ma gli ho promesso che avrei raccolto le loro istanze e le avrei provate a mettere in movimento. Ed eccomi qua. Anzi, alla fin fine son contento, se fossero insorti, qualcuno in malafede li avrebbe etichettati come piccoli soldatini plagiati ed invece sono degli eccezionali bambini e bambine di dieci anni, con gli occhi aperti sul mondo e sulla città, che pensano, che sognano, ma che si ammutoliscono di fronte al potere esibito ed agitato con arti e furberie sottili, con ancora qualche speranza  sul fatto che chi governa possa farlo davvero per il bene di tutti, senza sprechi, senza  orpelli, senza trucchi da baraccone.
Basta, basta, basta spese superflue, non andiamo incontro a tempi facili.
Risparmiamo, cerchiamo di proteggere l’essenziale: servizi sociali, asili, istruzione, spazi di aggregazione, verde pubblico e difesa del paesaggio.
Magnolie, vialetti, dolcetti, (specie di questi tempi) son frivolezze, inutili, dannose, scriteriate”.
Giampiero Monaca